Grandi assenti al dibattito sono gli esponenti vibonesi della politica regionale e nazionale. Il sindaco Limardo in aula: «È una chiamata di responsabilità»
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Si è aperto nella sala consiliare di Palazzo Luigi Razza a Vibo Valentia il Consiglio comunale aperto, convocato dal sindaco Maria Limardo per fare un punto sulla sanità vibonese e per discutere, in particolare, delle criticità concernenti l’ospedale Jazzolino. In aula, la giunta quasi al completo e i rappresentanti dei Comuni di Spilinga, Zambrone, Drapia, Polia, Dinami. Ad aprire i lavori il presidente del Consiglio Comunale Rino Putrino.
Presenti anche i vertici della sanità vibonese: il commissario dell’Asp Giuseppe Giuliano, il direttore sanitario aziendale Antonio Talesa, il presidente Ordine dei medici Antonio Maglia, i rappresentanti dell’ordine professioni infermieristiche di Vibo e anche il primario di chirurgia Franco Zappia. Assente ingiustificata la politica. In sala non c’è il governatore Roberto Occhiuto, né il consigliere regionale Michele Comito. Impegni istituzionali sarebbero alla base della loro assenza. Idem per il consigliere regionale Rosario Varì e i senatori Giuseppe Mangialavori e Fausto De Angelis. Nessuno di loro è presente in aula. C'è, invece, il consigliere regionale Raffaele Mammoliti.
In apertura, la solidarietà ai medici aggrediti. Il sindaco Limardo ha definito il Consiglio comunale di oggi una «chiamata alle responsabilità». «Il diritto alla salute deve essere garantito a livello provinciale e regionale, ma ciascuno di noi deve fare la propria parte – ha aggiunto -, rafforzando la sicurezza dei sanitari (alla luce delle aggressioni ai due medici). Oggi riflettori accesi sullo Jazzolino, ospedale di riferimento per tutta la provincia ma abbandonato negli ultimi decenni in attesa della realizzazione del nuovo nosocomio, che per qualcuno è un miraggio. Lo Jazzilino è l’unico presidio in grado di garantire le prestazioni e deve avere la dignità che merita».
Spazio anche al tema nuovo ospedale: «Ringrazio il governatore Occhiuto per i passi da gigante che ha fatto – ha detto il sindaco -, mettendo fine al commissariamento della sanità. Ha riaperto i riflettori sulla costruzione del nuovo ospedale. Il 3 maggio avremo una nuova riunione in Prefettura. Trovate nuove risorse grazie all’impegno del prefetto, del procuratore e dello stesso Occhiuto. Guardiamo con fiducia a questo nuovo corso».
a parola è passata quindi al commissario dell’Asp Giuliano, il quale, dopo aver condannato le aggressioni all’ospedale, ha parlato della carenza di organico che affligge gli ospedali della provincia, sottolineando però di essere riuscito ad assumere altri tre anestesisti, attesi da anni. «Obiettivo è ridurre le liste di attesa, ciò sarà possibile solo aumentando l’organico. Ieri abbiamo avuto una riunione con tutti i primari, durante la quale sono state chieste nuove attrezzature e nuove assunzioni, di infermieri e oss».
Stefano Soriano, consigliere comunale di Vibo e anche figlio dell’ex primario di Ortopedia, sottolinea l’assenza pesante della politica: «Nessuno della Regione sente la necessità di essere presente alla convocazione di un consiglio comunale aperto sulla sanità. Occhiuto doveva venire già all’indomani delle aggressioni».
«L’intento del sindaco è positivo, ma le dichiarazioni del commissario dell’Asp sono effimere, non c'è in esse la prospettiva di una sanità che merita risposte adeguate e appropriate». Così, a margine dell’incontro, il consigliere regionale Mammoliti. «Il tempo delle parole è finito – ha sottolineato -, bisogna agire e se non si troveranno risposte adeguate nella programmazione del nuovo piano operativo regionale e nel nuovo atto aziendale che predisporrà l’Asp di Vibo, il territorio vibonese dovrà aprire una vertenza sanità mobilitandosi».
La sanità vibonese è saltata, dice: «Si scontrano, da una parte, operatori che lavorano per ore senza fermarsi e con carichi sovraumani, e dall'altra i cittadini che si recano in Pronto soccorso e anche in codice giallo devono aspettare per troppo tempo. Ed è qui che si inserisce l'incomprensione, l'aggressione - che va sempre condannata, senza sé e senza ma. Dobbiamo invece indirizzare la protesta verso chi ha ruoli di responsabilità, ossia l'Asp».