Parla di esclusione politica Mario Franchino nella conferenza stampa convocata a Cosenza all'indomani della sua estromissione dalla corsa per la segreteria regionale del Partito Democratico. La decadenza della candidatura tecnicamente è ineccepibile: l’ha determinata la mancata presentazione nei termini di regolamento, di almeno una delle cinque liste provinciali collegate al suo nome, per l'elezione dei delegati all'assemblea regionale. Ma è il susseguirsi degli eventi ed il compresso calendario di scadenze a suscitare nell'ex consigliere regionale, più di un dubbio sulla regolarità del percorso che porterà, al termine della tre giorni congressuale, a proclamare segretario Pd della Calabria l'unico candidato rimasto in lizza: Nicola Irto.

Le tappe della vicenda

Il 31 dicembre è scaduto il tesseramento «ma l’anagrafe certificata sostiene Franchino – mi è pervenuta soltanto nella tarda serata del 7 gennaio, intorno alla mezzanotte, dunque dopo la scadenza fissata per depositare la candidatura alla segreteria regionale. Abbiamo lavorato al buio raccogliendo le firme necessarie sulla base della fiducia e senza essere certi dalla validità dell’iscrizione al partito dei nostri sottoscrittori». Soltanto il 9 gennaio Franchino è stato ammesso alla competizione, dopo una diatriba sulla validità di alcuni modelli trasmessi on line. «Si è così perso un giorno e mezzo in cui abbiamo smesso di impegnarci per le liste provinciali, nella convinzione di essere rimasti fuori. Per questo ho chiesto uno slittamento della scadenza di appena 48 ore».

Rinvio non concesso

Ma la commissione non ha accordato il rinvio respingendo la richiesta. Per cui non si è riusciti a mettere insieme le ulteriori cento sottoscrizioni necessarie per la presentazione, in ogni provincia, della lista per l’assemblea regionale. «Senza il tira e molla sull’ammissione della mia candidatura – ribadisce Franchino – ce l’avremmo senz’altro fatta». Oltre a sedere tra gli scranni di Palazzo Campanella, l’esponente del Pd è stato anche segretario provinciale di Cosenza dei Ds: «L’ultimo – ricorda – prima di fondare il Partito Democratico». Insomma ci tiene ad evidenziare che non avrebbe avuto problemi, con poco tempo in più a disposizione, a sistemare le carte. Forse ha pagato l’eccesso di sicurezza: avrebbe potuto chidere ai sottoscrittori della sua candidatura alla segreteria di firmare contestualmente anche per le liste collegate.

L’idea del ticket

Il suo intento però, era pure quello di andare oltre e dimostrare di godere ancora di un certo appeal tra gli iscritti. E infatti in conferenza stampa mostra alcuni modelli debitamente e correttamente compilati, sia pure fuori tempo massimo: «Certamente avremmo presentato una formazione completa per la provincia di Cosenza e poi una per la provincia di Catanzaro, con Patrizia Maiello capolista, e per la provincia di Reggio Calabria guidata da Maria Teresa D’Agostino». Peraltro Franchino, soltanto il 3 gennaio ha scelto di candidarsi invitato, dice «a metterci la faccia» dopo aver proposto in alternativa ad Irto, una segreteria regionale condivisa tra il docente universitario Ernesto Palma e la stessa D’Agostino. «Un ticket che a mio avviso – sostiene – avrebbe consentito di dare maggiore peso al partito nell’area centrale della Calabria interessata tra poco dall’appuntamento con le amministrative di Catanzaro».

Commissario liquidatore

Nell’incontro con i giornalisti Franchino è affiancato dai compagni dell’area democratica riformista Carmine Zaccaro e Sergio De Simone. Proprio De Simone non ha remore nel definire il plenipotenziario del Pd calabrese Stefano Graziano un Commissario Liquidatore. Franchino smorza i toni ma anche lui non ha parole tenere nei confronti del politico campano: «In tre anni abbiamo perso malamente per due volte le elezioni regionali. E poi competizioni in città importanti come Crotone e San Giovanni in Fiore». Per Franchino, Graziano ha abdicato alla sua posizione di garante super partes. «Sono stato estromesso per favorire l'ascesa solitaria di Nicola Irto alla segreteria regionale. Spero che Irto saprà invece interpretare al meglio, una volta assunte le funzioni di guida del partito calabrese, il ruolo di garanzia necessario per la tutela di tutte le anime del partito».