Alle Amministrative del 2022 manca ancora un anno abbondante ma pare esserci qualcosa di nuovo nell'aria. Nel quadro politico cittadino riemergono vecchissimi progetti, nomi già noti e qualche elemento di assai più stretta attualità
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Lo scenario che si va profilando in cima ai Tre Colli ci porta - in premessa - ad azionare la macchina del tempo e a riparlare brevemente delle Amministrative di Catanzaro del 2006, quando si materializzò una "Grande Coalizione" forse sul punto di tornare sulla scena seppur, come ovvio, in forme e modi diversi. Iniziamo subito con il precisare, però, che la citata denominazione le fu appioppata a metà anni Duemila, non certo con riverenza, dai rivali della stessa Nuova Alleanza (soprattutto quelli dell'allora Casa delle Libertà che pur in lizza con il ministro junior ai Trasporti Mario Tassone arrivò addirittura terza). La compagine di cui parliamo metteva insieme, fra gli altri, addirittura Piero Aiello e Mimmo Tallini da una parte con Pino Soriero e il compianto Pino Guerriero dall'altra.
In vista delle amministrative
Al suo interno c'era dunque un pezzo di Destra (in passato anche molto marcata, leggasi appartenenza di qualcuno all'Msi) e uno di Sinistra (in passato anche molto marcata, leggasi appartenenza di qualcuno al Pci), annoverando però in qualità di alfiere un ‘vecchio’ democristiano purosangue come Franco Cimino a lungo segretario provinciale della Dc quando era un “Partito-Stato”. Uno che perse il ballottaggio per poche centinaia di voti, e un rapporto via via deterioratosi con l’alleato di ferro Tallini, al cospetto di Rosario Olivo allora in rappresentanza di un’Unione a trazione Ulivista (quasi una nemesi per il vincitore per cui si attagliava quindi alla perfezione l’antica locuzione latina nomen omen).
Ma perché questa rievocazione storica? Semplice: si potrebbe rivedere nel capoluogo qualcosa di molto simile fra un anno esatto allorché, curiosamente, si tornerà a votare senza in campo un Sergio Abramo come 16 anni concentrato sulle Regionali. Una rarità, dal ’96/’97 a oggi. Resta però la similitudine della possibilità che si riformi uno schieramento ‘liquido’ in cui saranno federati forze ed esponenti politici delle più disparate estrazioni e militanze in maniera da non lasciare alcunché al caso sulla strada del successo.
L’ipotesi B con la metamorfosi del centrodestra
Se alle Amministrative di Catanzaro non si riaffacciasse una ‘Nuova Alleanza 2.0’, a contendersi la vittoria ci saranno tre o persino quattro aggregazioni. A cominciare da un centrodestra in cui si farebbe sempre più evidente l’isolamento di Tallini che pure potrebbe essere ancora legato ad Abramo in un matrimonio di reciproco interesse politico. L’avanzata di alcuni maggiorenti di questo fronte, su tutti Baldo Esposito, porterebbe dritta alla conferma delle voci sulla candidatura a sindaco di Marco Polimeni. Il delfino per antonomasia. Di tanti big, tutti peraltro disposti a sponsorizzarlo. Ma se proprio così non fosse, c’è chi parla per il diretto interessato di ambizioni da consigliere regionale (che noi riteniamo poco probabili, nutrendo forti dubbi su un suo ritiro dalla corsa alla successione del Sergìun).
Intanto però c’è da rendere conto dello smottamento in seno a Forza Italia Catanzaro, testimoniato - dicono i soliti ben informati - dal passaggio del vicepresidente della Provincia Antonio Montuoro; dell’ex capogruppo forzista a Palazzo De Nobili Roberta Gallo (dimessasi da tale ruolo giusto venerdì scorso durante il civico consesso) e del consigliere comunale Antonio Angotti dalle fila azzurre a quelle di Fratelli d’Italia con la richiesta (si dice accolta) di un posto per Montuoro nella lista meloniana alle Regionali. Gli stessi rumors darebbero fra quanti riflettono su cosa dovranno fare a breve anche il fedelissimo assessore talliniano Ivan Cardamone (ma qui ci spingiamo oltre lo scetticismo, destituendo di fondamento l’indiscrezione).
Centrosinistra in fermento con la scalata dei Pitaro
Grandi manovre pure nel centrosinistra cittadino ricostituito dal componente dell’assemblea di Palazzo Campanella Francesco Pitaro nel 2020 vicinissimo a Pippo Callipo. Un gruppo che, oltre ad aver ‘acquisito’ il subentrato consigliere comunale Jonny Corsi, avrebbe chiuso un accordo con gli ex membri dell’assise municipale Giulio Elia e Fabio Celia (parrebbe anche gratificato con un posto nella struttura di Pitaro, concesso a una persona a lui tanto cara). Trattative avviate ci sarebbero, però, anche con la collega di Aula di Corsi e soci, Emanuela Costanzo.
Al di là dell’attività di scouting, finalizzata alla strutturazione di una o più liste forti, l’ambizione dei pitariani potrebbe addirittura arrivare al punto di immaginare qualcosa di assai più importante: nientepopodimeno che l’avanzamento di una proposta concreta per la figura dell’aspirante sindaco dell’intera coalizione. E allo stato la scelta cadrebbe su una figura interna, molto ma molto vicina al medesimo Pitaro. Un esponente del mondo delle professioni che nella sua vita ha però avuto parecchia confidenza con la macchina politico-amministrativa.
Fiorita ancora in lizza alla testa di un Polo Civico
Oltre al grande lavoro che, come premesso, stanno già svolgendo centrodestra e centrosinistra, c’è l’impegno profuso dal prof Nicola Fiorita. Il quale, nelle vesti di leader di Cambiavento, sta puntando a costituire un Polo Civico, quanto più allargato possibile, ad esempio sulla scia di ciò che ha fatto Enzo Voce a Crotone. Operazione parecchio difficile, ma in un quadro frammentato nient’affatto impossibile.
La ‘vaga ipotesi’ del “quarto pretendente”
In gara, per così dire, potrebbe esserci anche il ‘quarto incomodo’, dovendosi verificare l’eventuale interesse alla…partita del cosiddetto popolo arancione del duo Tansi-De Magistris e dei Cinquestelle (capaci di vantare ancora un discreto numero di simpatizzanti in città). Realtà che saranno testate alle Regionali dell’autunno prossimo, oggettivamente vicine alla proposta fioritiana rispetto alla quale potrebbe esserci una convergenza di interessi anche molto accentuata.
La stagione dei veleni. AAA cercasi Corvo?
Una nota a margine, rispetto a quanto fin qui riferito, non può non essere incentrata su ciò che sta, da tanto tempo ormai, avvenendo nel capoluogo con la continua circolazione di accuse e veleni riguardanti comportamenti, anche se non penalmente rilevanti, di certo poco edificanti. Il riferimento è a conferimenti di incarichi e favoritismi vari che dovrebbero dare la stura a smentite e precisazioni. Anzi, laddove ritenute diffamatorie, a querele. Denunce oltretutto evocate la scorsa estate dal Sergìun in persona che rese noto di aver demandato all’Ufficio Legale di Palazzo De Nobili il compito di tutelare l’onorabilità e l’integrità dell’ente e di tutti i pubblici amministratori da qualunque… parola in libertà. Avviso a cui però, almeno finora, non c’è stato alcun seguito. Vedremo tuttavia cosa accadrà durante una campagna elettorale che si annuncia al vetriolo e con in agguato uno o più Corvi pronti a scoperchiare ipotetici Vasi di Pandora.