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Un'immagine del senatore Antonio Gentile nominato, oggi 5 maggio 2011, sottosegretario all'Ambiente. ANSA / FRANCESCO ARENA
Probabile che il recente scontro Oliverio-Gentile possa finire nuovamente sui tavoli dei colonnelli romani dei partiti. Il faccia a faccia tra i due arriva in un momento assai delicato per il governo Renzi che presto sarà chiamato a votare la riforma del Senato. E proprio a palazzo Madama i senatori calabresi di Ncd, tutti guidati da Gentile, possono avere il loro peso, seppur depotenziati dalla creazione del gruppo Ala da parte di Denis Verdini. Tanto che la loro interlocuzione, insieme a quella degli amici siciliani, con i diplomatici di Renzi non ha conosciuto interruzione. Sul tavolo delle trattive, al solito, sia la questione legata all’autorizzazione all’arresto di Giovanni Bilardi, finito nei guai nell’ambito dell’inchiesta “Rimborsopoli” sulle spese pazze dei gruppi consiliari di palazzo Campanella, e il possibile posto da sottosegretario che lo stesso Gentile aveva sfiorato appena un anno fa.
L’interlocuzione romana aveva portato il coordinatore regionale di Ncd al tentativo di spostarla anche in territorio calabrese. Del resto Ncd in Consiglio regionale si è dimostrata fin qui assai pronta al sostegno nei confronti della giunta Oliverio. Ed allora Gentile ha lanciato la sua “piattaforma” programmatica per stuzzicare il governatore e la sua maggioranza e magari provare a siglare un’intesa più organica. Qualche settimana fa proprio in Sicilia il governatore Crocetta (Pd) ha raggiunto l’accordo con Ncd che, a breve, farà il suo ingresso in giunta. Perché non farlo in Calabria? Beh Oliverio ha risposto un secco non respingendo ogni ipotesi di inciucio e determinando la piccata risposta dello stesso Gentile che ha chiaramente detto che la giunta di centrosinistra ha i giorni contata. Dietro la minaccia anche una pesante considerazione politica “Oliverio parla da leader della minoranza del Pd”. Come a dire: i renziani sono un’altra cosa e presto anche in Calabria ne vedremo delle belle.
Coincidenza vuole che il giorno dopo il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto, renziano doc, vara la sua “rivoluzione” a palazzo avviando la rotazione dei dirigenti. Un atto sicuramente indipendente dalle volontà di Gentile e che il presidente aveva programmato da tempo, ma che curiosamente coincide con parte delle richieste che lo stesso Gentile ha più volte fatto sia a Irto che ad Oliverio.
“Oggi ho proposto all'Ufficio di presidenza la rotazione dei dirigenti del Consiglio regionale – ha detto Irto - La relativa delibera, approvata unanimemente, avrà efficacia dal prossimo 1 ottobre, salvo che per tre dirigenti di palazzo Campanella, eccezione motivata da criteri di infungibilità o di continuità amministrativa. I nuovi incarichi dirigenziali erano attesi da ben due anni. Il cambio ai vertici delle strutture organizzative del Consiglio regionale è un atto dovuto, peraltro in linea con quanto previsto dal piano triennale anticorruzione, varato da qualche settimana. Sono certo che la nuova configurazione individuata dall'Ufficio di presidenza si rivelerà efficace e che i dirigenti bene assolveranno al loro nuovo incarico, mettendo a frutto l'esperienza pregressa già maturata al servizio dell'amministrazione. Questo è un ulteriore, indispensabile passo a garanzia del buon andamento del Consiglio regionale e, ancora una volta, a favore della trasparenza dovuta a tutti i cittadini calabresi”.
Irto, dopo aver messo on line i redditi dei consiglieri e mandato in streaming le sedute di Consiglio, prosegue la sua opera di rinnovamento, così come aveva promesso nel suo discorso introduttivo. Sullo sfondo continuano a muoversi le pedine della sfida interna al Pd e quello del puzzle nazionale che avrà la sua cartina di tornasole nell’approvazione della riforma del Senato.
Riccardo Tripepi