A caldeggiare la candidatura del sindaco del capoluogo regionale c’è Antonello Talerico. Soluzione che potrebbe trarre d'impaccio il Pd locale. Dalla parte opposta invece ancora si discute
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L'esercizio della democrazia: il voto. Popolare o cosiddetto di secondo grado (definito anche ponderato per il diverso peso attribuito al consenso espresso dagli elettori-amninistratori locali in un territorio) come ad esempio quello per le Province dopo l'opinabile riforma Delrio, rimasta per giunta incompiuta in perfetto stile italico. Ma tant'è, tocca doverosamente votare. E in Calabria, al pari del resto del Paese d'altronde, da metà giugno a fine settembre lo si è fatto e lo si farà con frequenza quasi record. Tre tornate in altrettanti mesi.
Solo che l'ultima di queste in ordine di tempo, seguendo a breve le Comunali e soprattutto le Politiche, riguarderà unicamente Catanzaro e il suo ente intermedio. Su cui però - lo si ribadisce - non deciderà la gente bensì sindaci, assessori e consiglieri. Che fra non molto, giorno 28 per l'esattezza, dovranno scegliere il successore di Sergio Abramo, decaduto dalla carica di presidente, in quanto non più primo cittadino, insieme (ex lege) all'intero Consiglio. Ovvio, allora, che si sia messa in moto la macchina elettorale. Seppur interna, per così dire, nella fattispecie. Che oltretutto ha subito e subisce il condizionamento della tornata per il rinnovo del Parlamento tra… capo e collo.
Candidati al Parlamento interessati alle Provinciali
Molti candidati a Camera e Senato infatti, sebbene collocati dai rispettivi partiti in posizione gergalmente definita non eleggibile in virtù dell'astruso meccanismo della legge elettorale (eclatante ennesima amenità del sistema italiano), ci tengono a far bene nei rispettivi Collegi. Perché se vincere è fondamentale, anche ben figurare dopo essersi "sacrificati per la causa" conta. Eccome. Non fosse altro per l'immediata conseguenza di aumentare, e di parecchio, il potere contrattuale. Nell'occasione, addirittura con chi conta davvero a Roma. Ecco allora che, nella terra d'origine, è fondamentale stringere patti.
Gli accordi nel centrosinistra locale
Significativi accordi almeno al momento sembra aver sottoscritto, una volta tanto senza lacerarsi, il centrosinistra del capoluogo. Che con una certa sagacia (o almeno in ossequio a una sorta di pax di comodo) sta cercando di far quadrare i conti senza i soliti "spargimenti di sangue" fra quanti coltivano le stesse ambizioni. Centrosinistra cittadino ben orientato, quindi. Sebbene sarebbe più esatto parlare di coalizione nella peculiare composizione "mista" e dai contorni non ben definiti. Quantomeno nell'attuale civico consesso.
Fatto sta che a tracciare la rotta, o quantomeno a formulare la proposta risolutiva da Palazzo De Nobili, pare sia stato Antonello Talerico (autorevole membro dell'assise, già aspirante sindaco di una parte del centrodestra, adesso a capo di una nutrita pattuglia in Aula) che ha indicato Nicola Fiorita anche alla presidenza della Provincia con buona pace, come premesso, del Pd.
Che pure ancora discuterà per un po' dell'argomento al suo interno. Fiorita, tuttavia, è un'opzione che piace a molti e soprattutto trae d'impaccio i Dem dei Tre Colli e dintorni, escludendo de plano le candidature dei sindaci di Borgia Elisa Sacco ma, per vari motivi, anche dei colleghi di Soverato, Daniele Vacca; Gasperina, Gregorio Gallello, e Sellia Superiore Davide Zicchinella, che qualcuno aveva ventilato poter eventualmente essere della partita. Discorso a parte, invece, va fatto per il nome di Domenico Giampà, peraltro coordinatore provinciale Democrat, che come ai tempi della competizione per la segreteria del partito a inizio anno potrebbe cercare la sponda di un leader locale dello spessore del consigliere regionale Ernesto Alecci. Si vedrà, dunque.
Centrodestra ancora frammentato
Si tenga sempre a mente che il capoluogo e Lamezia Terme faranno la parte del leone nelle urne per numero e valore di voti ponderati attribuito ai loro politici-elettori in quanto esponenti delle città più popolose. E, avendo ricordato l'importanza della realtà lametina, come non aprire il capitolo centrodestra in cui si susseguono le riunioni alla ricerca dell'unità perduta o da (ri)trovare alla svelta per far sintesi fra le aspirazioni per il vertice di Palazzo di Vetro del primo cittadino di Lamezia Paolo Mascaro, del reggente o facente funzioni attualmente alla guida dell'ente, da ex vice di Abramo, Fernando Sinopoli e di Amedeo Mormile in rappresentanza di Soveria Simeri. Chissà pertanto che non si spendano in prima persona per mettere a posto le cose due big quali il governatore Roberto Occhiuto e la deputato Wanda Ferro. I quali ora hanno ben altri pensieri, ma che non potrebbero esimersi dal far valere il loro… grado.