Sono in tanti a coltivare il sogno di guadagnare la leadership nel periodo post Abramo. Ma ancora c'è parecchia strada da fare e alcuni nodi da sciogliere
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Nel fare il toto-nomi degli aspiranti nuovi azionisti di maggioranza di Palazzo De Nobili non possono escludersi quelli relativi ai maggiorenti del gruppo Catanzaro da Vivere, che dopo la per certi versi clamorosa sconfitta del loro alfiere alle Regionali Baldo Esposito (malgrado le oltre 7mila preferenze personali prese e il primato assoluto nelle fila dell’Udc) ha bisogno come il pane di riguadagnare la centralità perduta. Quantomeno in città. Dove ha sempre detenuto una golden share iniziata però a indebolirsi con la mancata rielezione in Senato del fondatore di quest’importante aggregazione politica, Piero Aiello. Ecco perché al loro interno stanno meditando se lanciare una candidatura a sindaco dello stesso Esposito o, in subordine, dell’eterno aspirante Marco Polimeni. Le cui sorti sono peraltro legate a doppio filo ai massimi esponenti calabresi di Forza Italia, gente del calibro del neogovernatore Roberto Occhiuto per intendersi, che dovrebbero premiarlo dapprima con un posto in qualche struttura di prestigio (si parla, ad esempio, dello staff di Katia Gentile) e poi con l’investitura per potersi proporre come sindaco del capoluogo. Una benedizione che sarà dunque decisiva per il futuro di tutta CdV.
Di certo, però, c’è che sarà un’indicazione, ammesso arrivi, non in grado di coagulare un consenso unanime nel centrodestra locale in cui quasi di sicuro non verrebbe recepita dall’attuale coordinatore provinciale di Fi Mimmo Tallini. E meno che mai sarebbe gradita alla testa di un ipotetico progetto centrista (meglio bipartisan, seppur tra virgolette), quindi con pezzi di sinistra e destra moderate dentro, di cui molto si sta parlando in città e da parecchio tempo. Il riferimento è a un disegno sulla scia di quello concepito in cima ai Tre Colli nell’ormai lontano 2006, quando nacque abbastanza inaspettatamente il progetto della Nuova Alleanza solo per pochissimo non risultato vincente malgrado l’appoggio fra gli altri di Psi e Idv da una parte oltreché i citati Aiello e Tallini dall’altra tutti insieme. Esposito e Polimeni, infatti, hanno qualche oppositore mica da ridere (Tallini a parte) su entrambi i fronti. Poche chance di fungere da “federatori” per ambedue, allora, che faticherebbero a raccogliere consensi trasversali nelle nuove segreterie di partito soprattutto in casa Pd e dintorni. Ma anche come candidati del centrodestra avrebbero almeno una sorta di polo civico mascherato contro. Ex alleati che li vedono adesso come il fumo negli occhi.
Il resto del panorama a destra ci porta invece alla rivendicazione del sindaco da parte di Fratelli d’Italia, che forse sta pensando a rilanciare la figura di un dirigente molto apprezzato nella segreteria regionale del partito quale Filippo Pietropaolo e sebbene ciò non riuscito a farsi rieleggere a Palazzo Campanella perché superato dal rivale interno Antonio Montuoro.
Analoghe voci girano rispetto all’area formata da Coraggio Italia con forse accanto l’Udc (ma è da vedersi) che potrebbe tirare fuori i nomi dei noti avvocati, e candidati nel passato recente o più risalente a varie cariche, Frank Santacroce e Pino Pitaro. E il centrosinistra cosiddetto tradizionale, che fa? Continua a lavorare sottotraccia, al momento partendo dalla posizione del leader di Cambiavento Nicola Fiorita. Che se dovesse raccogliere un ampio appezzamento, aspettando di averne riprova, potrebbe iniziare a sognare in grande avendo avversari divisi.