È precipitato immediatamente nell’impasse il primo Consiglio comunale a Catanzaro, convocato per procedere alla convalida degli eletti alla carica di sindaco e di consiglieri comunali all’indomani delle elezioni amministrative. L’aula nella seduta di questo pomeriggio doveva infatti procedere anche all’elezione del presidente e del vicepresidente del Consiglio comunale ma proprio su questo passaggio istituzionale, che necessitava della convergenza di una parte dei voti delle opposizioni, si è incartato. Sia il rappresentante della coalizione di centrosinistra, Vincenzo Ciconte, che il leader di Cambiavento, Nicola Fiorita, si sono dichiarati indisponibili ad accettare il ruolo di vicepresidenza offerto dal sindaco ad un rappresentante della minoranza e collateralmente a votare un presidente, individuato dalla maggioranza in Marco Polimeni, alla cui scelta non è stato consentito di partecipare. Il Consiglio si è quindi chiuso al termine della votazione per eleggere il presidente con una fumata nera e l’impossibilità almeno per ora di insediare gli organi. La nomina di Marco Polimeni, esponente di Catanzaro da Vivere – Ap, alla carica di presidente del Consiglio necessitava di 22 voti ma la maggioranza è riuscita a raggiungere solo quota 21.

 

Incomunicabilità

La situazione è iniziata a precipitare quando, dopo la presentazione della giunta compiuta dal riconfermato sindaco Sergio Abramo, quest’ultimo ha chiesto una sospensione dei lavori dell’aula per avviare le trattative che avrebbero dovuto portare all’individuazione di un rappresentante della minoranza da nominare vicepresidente del Consiglio comunale e a trovare la convergenza sul nome di Marco Polimeni per ricoprire l’incarico di presidente dell’assise. Vicenzo Ciconte ha infatti preso la parola per rifiutare l’offerta e per annunciare l’uscita dall’aula del suo gruppo durante le votazioni. Alle sue dichiarazioni hanno fatto seguito quelle del leader di Cambiavento, Nicola Fiorita, che dopo aver rifiutato l’incarico ha annunciato la scheda bianca. A nulla sono valse le critiche di ostruzionismo piovute dai banchi della maggioranza e i tentativi di avviare la consigliatura in uno spirito di collaborazione, la prima seduta si è chiusa con un muro contro muro.

Parole al vetriolo

A ravvivare il tono della discussione ci ha pensato il professore universitario Nicola Fiorita che con il suo primo intervento in aula rossa ha lasciato intendere di voler scavare un solco profondo tra le due opposte file di banchi. Una dichiarazione tranchant in cui le prime azioni del sindaco all’indomani del suo insediamento sono state dipinte come “governicchio rattrappito e autofefenziale” e il varo della nuova giunta come “una piccola operazione burocratica e spartitoria”. Il leader di Cambiavento ha accusato il sindaco di non aver offerto alle minoranze la presidenza del Consiglio, pur rassicurando i presenti di non essere interessato all’incarico, e di essere rimasto sorpreso nell’apprendere che la delega al Bilancio non è stata distribuita per la mancanza di “commercialisti” tra le fila della maggioranza. “Dobbiamo dedurne che Giampaolo Mungo è un valente atleta, che Ivan Cardamone sta conseguendo la terza laurea, che Alessandra Lobello sia una provetta marinaia?”

Botta e risposta

Proprio queste dichiarazioni hanno suscitato lo sdegno di molti componenti della maggioranza, in primo luogo di Marco Polimeni e del sindaco Sergio Abramo poi. Il presidente del Consiglio comunale in pectore ha accusato il professore universitario di contraddire con i fatti l’intenzione di collaborare nell’interesse della città sottolineando che nessuno più di chi siede in giunta è legittimato a ricoprire quel ruolo poiché scelto democraticamente attraverso le elezioni: “Mi domando con quali criteri – ha aggiunto – si assegnano oggi patenti di validità a chi oggi ricopre gli incarichi assessorili”. Le parole di Polimeni hanno immediatamente suscitato la reazione di Sergio Costanzo (Fare per Catanzaro) il quale ha chiesto all’esponente di Alternativa popolare di chiarire la sua posizione accusandolo di “ambiguità politica”. Marco Polimeni infatti alla Provincia fa parte della maggioranza che sostiene il presidente della provincia del Partito Democratico Enzo Bruno mentre al Comune è componente della maggioranza di centrodestra che sostiene il sindaco Sergio Abramo. Molto più duro l’attacco del primo cittadino che ha classificato i consiglieri di opposizione come “una minoranza di spocchiosi” dichiarando di non essere disposto ad accettare la mancanza di stile dimostrata da Nicola Fiorita per aver puntato il dito contro la giunta.

 

Il caso Celia

Non dimentica Fabio Celia. Il chiacchierato consigliere comunale esponente della lista Fare per Catanzaro immortalato da un video in compagnia di due persone coinvolte nell’inchiesta della Procura distrettuale antimafia perché ritenute vicine alla famiglia di ‘ndrangheta degli Arena di Isola Capo Rizzuto, ha dichiarato di essere stato “ferito nell’animo e nell’orgoglio”. Rivolto al sindaco durante il suo intervento ha chiarito: “Sono Fabio Celia quello del video montato. Voglio ringraziare pubblicamente Nicola Fiorita che è stato l’unico a chiamarmi. Ciò che ho subito è una vergogna, quest’aula dovrà risponderne”.

 

Surroghe

In fase di convalida degli eletti si è poi proceduto alla surroga dei primi dei non eletti che hanno preso il posto dei consiglieri che sono stati nominati in giunta. Al posto di Ivan Cardamone e Modestina Migliaccio sono subentrati Giovanni Merante e Antonio Triffiletti per Forza Italia. Al posto di Nuccia Carrozza e di Alessandra Lobello sono subentrati Antonio Angotti e Antonio Ursino in quota Ap - Catanzaro da Vivere.

 

Luana Costa