Si schiera con il sindaco e con il suo operato, convinto che per il bene della città debba proseguire col suo mandato seppur in un contesto di permanente instabilità politica. Le “geometrie variabili” possono presentare anche aspetti positivi per Donato Veraldi che, da osservatore esterno e per la lunga esperienza politica, ha accettato di rispondere alle domande di LaC News24, sul futuro della città capoluogo e sui retaggi di un passato che si allungano ancora come un’ombra sul suo presente. Una classe politica «assente», quella di ieri; un ricambio generazionale «non all’altezza» oggi. E lo spettro delle regionali all’orizzonte: «Un centrosinistra rigenerato veramente può correre alla pari con lo schieramento avversario».

Il quadro politico a Catanzaro è reso instabile dall’esito elettorale delle ultime consultazioni. Il sindaco non può contare su una maggioranza in Consiglio comunale e dopo due anni si è già al terzo rimpasto di giunta. Fiorita dichiara di voler andare avanti per il bene della città, qualcun altro lo ha invitato al passo indietro per assicurare una guida stabile. Lei da che parte sta? Questa fase di instabilità può essere sanata da una politica dalle geometrie variabili?

«Le intenzioni del sindaco Nicola Fiorita non potrebbero essere diverse: è stato eletto da un voto popolare e, ritengo per amore alla città capoluogo della Calabria e per rispetto nei confronti di chi lo ha votato, farà di tutto per tenere dritta la barra del timone. L’instabilità politica è, purtroppo, un comune denominatore di tutti gli schieramenti. In politica le “geometrie variabili” hanno positività ma anche negatività».

D’altro canto anche il centrodestra sembra andare in ordine sparso. Finora non si è riusciti a trovare una quadra all’interno della maggioranza-minoranza in Consiglio comunale per tornare nuovamente al voto. Così gli inviti al passo indietro sono rimasti senza effetti concreti. Da osservatore esterno crede che a mancare sia una leadership credibile all’interno di quell’area?
«A volte, anzi spesso, maggioranza e minoranza fanno “melina” per evitare uno scontro frontale e così “inventano” iniziative di dimissioni che a Catanzaro di recente sono rimaste lettera morta. Anche perché le dimissioni del numero previsto per regolamento devono essere presentate contestualmente. Una leadership non si può inventare e mi sembra che nell’area da lei richiamata ancora si è alla ricerca di una “autorevole leadership”».


Da anni la città di Catanzaro vive un declino politico e amministrativo, incapace di esercitare il ruolo di guida che spetterebbe al capoluogo di Regione. La convincono le iniziative intraprese finora dal sindaco Fiorita?
«Purtroppo, sì, Catanzaro da diversi anni ha subìto le conseguenze dell’assenza di una classe politica solida, meritocratica, più massimalista che propositiva e rappresentativa nei luoghi deputati a legiferare. Non c’è stato neppure un ricambio generazionale all’altezza dei bisogni della Comunità. Quanto all’operato del Sindaco mi astengo dal dare un giudizio ma non per essere pilatesco bensì perché specie in politica i giudizi si danno a consuntivo. Il sindaco Fiorita non è stato certamente inoperoso. Vale comunque il ritornello “si può fare di più”. Ma in un clima di collaborazione altrimenti si finisce sempre per… litigare e fare polemiche».

Di recente l’ex presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini, in una nota ha stigmatizzato l’operato del presidente della Regione, Roberto Occhiuto, reo a suo dire di aver contribuito a depotenziare il ruolo di Catanzaro nello scacchiere regionale. Secondo lei una tale responsabilità non sarebbe da attribuire anche alle precedenti classi politiche catanzaresi?
«Mi perdoni ma non intendo entrare nel merito di quanto dice Tallini. Il passato? Chi è senza peccati scagli la prima pietra. Non arriverà neppure un... sassolino. Lavoro, sanità, economia, sviluppo delle imprese, scuola, sono problematiche che mettono a dura prova tante capacità e necessitano di risorse umane e tante risorse finanziarie. Il problema è come impiegare bene quelle che arrivano».


Quale consiglio si sentirebbe di dare al sindaco di Catanzaro che attraversa senza dubbio una fase di incertezza politica?
«Il sindaco Fiorita è persona eticamente, intellettualmente, politicamente capace. Nessun consiglio se non quello di essere sempre anche per i suoi concittadini esempio di rettitudine ed equilibrio. Oggi sicuramente più di ieri non è facile guidare un’amministrazione comunale».

Sebbene le elezioni regionali siano ancora molto distanti, nel centrosinistra già si discute di possibili candidati alla presidenza della Regione. Le ultime elezioni per l’area progressista si sono rivelate un vero flop anche a causa della difficoltà a fare sintesi, al contrario di quanto avviene nell’opposto schieramento. A queste condizioni lei pensa che il centrodestra in Calabria abbia già la strada spianata verso una eventuale riconferma?
«Me la vorrei cavare con una battuta: è più facile indovinare tre numeri al lotto che i risultati di una competizione elettorale. Anzitutto necessita individuare l’antidoto migliore per frenare l’astensione. Il centrosinistra ha l’obbligo e il dovere di migliorare in ogni parte della Calabria e può riuscire. Perché c’è il vezzo di presentare disunito soltanto il centrosinistra ignorando che anche nel centrodestra si verificano divisioni? Un centrosinistra rigenerato veramente può correre alla pari con lo schieramento avversario. E poi la parola ai calabresi».