Alla vigilia delle elezioni amministrative, il sindaco della cittadina jonica traccia un bilancio e assicura: «Sia pur da un'altra posizione, continuerò a dare il mio contributo»
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«I tempi sono maturi affinché una donna guidi in modo stabile la nostra comunità». Il sindaco di Cassano all’Ionio Gianni Papasso lascia il testimone a Carmen Gaudiano, attuale consigliere con delega alla sanità, e ritaglia per sé il ruolo di «semplice manovale».
La scadenza naturale del mandato è stata prorogata di sei mesi, in modo da uniformare le scadenze di tutti i Comuni e portarli insieme alla tornata amministrativa di maggio. «Ne abbiamo approfittato - spiega Gianni Papasso nell’intervista rilasciata al nostro network - per continuare a lavorare. A novembre, è stata pubblicata una gara da 2,5 milioni di euro per la ristrutturazione dell’edificio che ospita il Municipio di Cassano all'Ionio».
Nella stanza del sindaco Gianni Papasso, la foto di Cocò Campolongo se ne sta vicina a quella di Papa Francesco. Due eventi legati a doppio filo e impressi nella memoria collettiva di Cassano all’Ionio. Il 16 gennaio 2014, un bambino di appena tre anni viene ucciso e bruciato dentro a un'auto, insieme con il nonno Giuseppe Iannicelli e la compagna di quest’ultimo.
Gianni Papasso ricorda con commozione: «Sulla scia di questo evento drammatico, e grazie alla mediazione del vescovo Nunzio Galantino, scrissi a Papa Francesco, invitandolo a visitare Cassano». Il Pontefice atterra con l'elicottero nella Piana di Sibari il 21 giugno e, durante la messa, scomunica i mafiosi. «Il Santo Padre si rivolse ai giovani, implorandoli di non farsi mai rubare la speranza», rievoca il sindaco.
Dal 2012 - anno della prima elezione a sindaco - intimidazioni e minacce cercano di condizionare le scelte dell’amministrazione comunale di Cassano all’Ionio. Atti incendiari ai danni di case e auto, telefonate minatorie e non soltanto. Gianni Papasso richiama alla mente un episodio particolarmente doloroso: «Arrivarono addirittura a profanare la tomba di mio padre, pur di dare un segnale a me». Nel mirino, in un’altra occasione, finiscono pure i figli del primo cittadino.
La campagna elettorale del 2016 è al centro di un’inchiesta della magistratura e Gianni Papasso finisce sotto processo con l’accusa di scambio di voto. La vicenda giudiziaria si conclude definitivamente sette anni dopo. Gianni Papasso confessa: «Dedicai l’assoluzione ai cittadini di Cassano che avevano sempre creduto in me». La sentenza non cancella l’onta di un Comune sciolto per tentate infiltrazioni mafiose nel 2017.
La stanchezza tante volte dichiarata tuttavia non si trasforma in rassegnazione, e nel 2019 Gianni Papasso decide ancora una volta di candidarsi alla carica di sindaco di Cassano all’Ionio, forte di una consapevolezza: «Contro di me c’era stato un complotto da parte di chi avrebbe voluto mettere le mani sulla Sibaritide. Posso dire con orgoglio di essere riuscito a impedirlo, anche se per questo sono stato costretto a pagare un duro prezzo».
Una delle foto più recenti, ritrae Gianni Papasso davanti alla villa che la magistratura, nel 2017, sequestrò al clan Forastefano: «Grazie ai fondi del PNRR, l'edificio sarà destinato ai disabili senza famiglia».
La chiusura dell'intervista è dedicata al futuro politico di Gianni Papasso. «In una delle liste è candidato mio figlio. Io mi limiterò semplicemente a dare una mano. In vista, ci sono anche le elezioni regionali, con il sindaco socialista di Cosenza Franz Caruso che non nasconde l'ambizione di diventare presidente della Regione. «Sono un uomo di partito, se dovessero propormi una candidatura in Consiglio regionale, non mi tirerei indietro».