«Le scriviamo per portarla a conoscenza delle vicissitudini cui incorre uno dei più importanti presidi culturali della città di Cosenza e della Calabria tutta. La Biblioteca Civica è stata istituita da un ente morale che è l’Accademia Cosentina - una fra le più antiche d’Europa, seconda, in tutto il meridione, solo a quella napoletana - di cui fanno parte il Comune e la Provincia, da cui l’istituzione dipende dal punto di vista economico». Comincia così una lettera indirizzata al Ministro Alberto Bonisoli dai parlamentari cinquestelle Anna Laura Orrico e Alessandro Melicchio, alla vigilia della visita informale organizzata dal titolare del dicastero ai Beni Culturali.

Quadro desolante e mancanza di risorse

«Nel 2018 si sono celebrati i 120 anni dalla fondazione, eppure il quadro attuale che viene restituito è desolante. Un organigramma sottodimensionato ridotto a solo quattro dipendenti, ausiliari, che non percepiscono le loro spettanze da mesi, utenze non saldate che hanno portato finanche alla privazione, temporanea, dell’energia elettrica, debiti maturati con alcuni fornitori di servizi e col demanio per il fitto della storica sede ubicata nella parte antica di Cosenza. A questo – aggiungono i due deputati - deve aggiungersi la mancanza di una guida visto che la direttrice scelta non può insediarsi in quanto il Consiglio di Amministrazione, presieduto dal presidente della Accademia Cosentina e composto dai rappresentanti del Comune e della Provincia di Cosenza, non riesce a riunirsi per ratificare la nomina».

Un ricco patrimonio non valorizzato

«Si evince che il cuore della problematica risiede, oltre al supporto economico di Comune e Provincia che negli anni è andato progressivamente assottigliandosi, nella governance macchinosa che, spesso per ragioni speculari ad un certo tipo di interessi politici alimentati da un management bicefalo, non garantisce alcun tipo di programmazione che valorizzi i tesori in essa custoditi. Ovvero, un ricco e pregevolissimo patrimonio librario che contempla al suo interno molti fondi privati che complessivamente ad altri libri, ammontano a circa 250.000 volumi. Edizioni rare – sottolineano Orrico e Melicchio - che vanno dal Rinascimento all’Illuminismo, e che eterogenee nelle materie, spaziano dalla filosofia alla medicina. Molto importante è anche il grande patrimonio giornalistico che la Civica detiene, unico in Italia. Comprende, infatti, riviste storiche ed edizioni uniche introvabili in altre emeroteche del mondo: per dare un’idea, si arriva ad oltre 2.000 testate conservate».

Immaginare con il supporto del Mibac un orizzonte differente

«Per tutte queste ragioni, sarebbe auspicabile che, in occasione della sua visita a Cosenza, riuscisse a trovare il modo di non far mancare la sua presenza a sostegno della Biblioteca Civica per evitare che essa muoia dopo che per oltre un secolo ha rappresentato un punto di riferimento nodale per il panorama culturale regionale ed il sud del Paese e per evitare altresì che cada preda di poco chiari appetiti privati. Sebbene il Mibac non abbia diretta competenza sulla questione sarebbe di vitale importanza, pertanto, ragionare ed immaginare un orizzonte differente. Fatto di progettualità, salvaguardia delle tradizioni ed una visione affacciata anche sulle nuove tecnologie che ormai rappresentano già il presente dei moderni sistemi bibliotecari. Il centro storico di Cosenza, come avrà modo di vedere con i suoi occhi, è un grande patrimonio culturale e sociale non solo per questa città ma per tutto il sud Italia. E’ un patrimonio che soffre da decenni di abbandono da parte delle istituzioni e soffre la violenza della solitudine che getta i nostri centri storici nel silenzio. I giovani lasciano questi borghi, ma altri decidono di investirvi riportando antichi mestieri in chiave innovativa e permettendo ad una città di riscoprire tradizioni mai realmente dimenticate. Abbiamo gravi ferite sociali nel centro storico di Cosenza – concludono i due parlamentari pentastellati - che vengono curate da associazioni e comitati di quartiere che lottano per sanare grandi disagi e riportare dentro la comunità persone messe ai margini».