La deputata Pd, Enza Bruno Bossio e Valerio Federico di +Europa, hanno effettuato un'ispezione al Cara di Sant'Anna per valutare le condizioni di vita degli ospiti: «Presenze dimezzate»
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«C'è una presenza dimezzata, da che erano state dichiarate 1200 persone, adesso ce ne sono circa 600. Gli spazi sono ben organizzati e puliti, i container erano stati già eliminati nel 2016, il Cara era stato già ammodernato. E' una condizione, dal punto di vista logistico, sicuramente non negativa». Lo ha dichiarato la deputata del Partito Democratico Enza Bruno Bossio al termine dell'ispezione al centro d'accoglienza di Sant'Anna, nel comune di Isola Capo Rizzuto nel crotonese, effettuata insieme a Valerio Federico di +Europa, voluta per controllare lo stato degli ospiti e della gestione del campo stesso.
Il futuro dopo la nuova gara
«Il problema vero – continua l'onorevole Bruno Bossio – è che non si capisce adesso come si svilupperà la gestione perchè è in corso una gara. Non ci sono state per molto tempo gare: se è successo quello che è successo con l'indagine della Dda (l'operazione “Johnny” n.d.r.), è perchè in questo posto dal 2003 ci sono state gare vinte sempre dalla Misericordia di Isola Capo Rizzuto con la copertura della Misericordia Nazionale, e con allora la connivenza anche della Prefettura, tant'è che c'è stata un'ispezione ministeriale ordinata dall'allora ministro Minniti sulla Prefettura di Crotone della quale non abbiamo notizie, e per la quale sicuramente farò un'interrogazione parlamentare per avere queste informazioni. Così come chiederò che fine hanno fatto anche una serie di rapporti fatti negli anni da commissioni ministeriali, e che non conosce nemmeno la prefetta di Catanzaro. Sicuramente bisognerà andare a fondo su alcune questioni precedenti; per il futuro ci sono quattro gare, quattro lotti dove su due partecipa la Miser, su una partecipa la Quadrifoglio – entrambe in amministrazione giudiziaria. Non sappiamo come si evolverà la situazione dal punto di vista giudiziario; a noi suscita qualche perplessità il fatto che si prosegua sostanzialmente in questo cosiddetto “monopolio”, che di per sé non è positivo».
«La struttura funziona»
«Naturalmente c'è il problema delle maestranze – continua la parlamentare del Pd – che non sono assunte direttamente dalla Miser, ma attraverso un'agenzia interinale, e anche questo è un problema. Dobbiamo fare in modo che chiunque vinca la gara, inserisca una clausola di salvaguardia che non metta in discussione le risorse occupazionali che comunque sono state ridotte di molto poiché probabilmente si è dimezzata la presenza qui al centro». «Abbiamo visitato una struttura che adesso, per merito evidentemente dell'amministrazione giudiziaria, funziona e da delle condizioni di vita più che dignitose agli ospiti – ha dichiarato Valerio Federico – il problema sono stati i quindici anni precedenti, quindici anni di servizi di qualità bassa, di disservizi, certificati più volte dal Ministero e dai parlamentari che hanno visitato questa struttura. Quindici anni di disservizi creano un curriculum sbagliato per vincere questo appalto secondo noi, poi è del tutto evidente che l'amministrazione giudiziaria sta facendo un buon lavoro. Però, la casa madre di Misericordia, che ha il monopolio di questa struttura da quindici anni, ha un curriculum di errori, di servizi sbagliati, e noi riteniamo che ci debba, e ci auguriamo che ci sia un elemento di rottura rispetto all'amministrazione che ha portato non solo a scandali di natura giudiziaria, ma ha pesato sulla condizione di vita degli ospiti in questi quindici anni».
«Qualità della vita degli ospiti? Superiore alla media»
Per quanto riguarda la qualità della vita degli ospiti del Cara attualmente «è superiore alla media rispetto agli altri centri di prima accoglienza – continua il membro del direttivo di +Europa – noi siamo contrari a questo sistema di centri grandi che muovono affari importanti, e che gestiscono in questo modo la questione dei migranti. Siamo per una accoglienza diffusa, in piccoli gruppi e in piccole strutture; queste strutture avrebbero dovuto ridurre i costi, quello che abbiamo scoperto è che invece avevano connivenze con le cosche locali, con la peggiore politica e l'affarismo, e hanno portato a uno spreco di risorse pubbliche». Sia per Federico che per la Bruno Bossio bisogna cambiare il modello con l'accoglienza diffusa come gli sprar, visto che esistono delle eccellenze come Riace, Acquaformosa, Bisignano, Carlopoli e anche Crotone, dove c'è trasparenza visto che è il Comune che gestisce.
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«Tante case vuote potrebbero essere una risorsa»
All'uscita dall'ispezione, ad accogliere l'onorevole Enza Bruno Bossio e Valerio Federico, c'era Giuseppe Candido, segretario dell'associazione Radicale Nonviolenta Abolire la Miseria. In merito all'accoglienza, ha dichiarato: «noi (in Calabria n.d.r.) avremmo tante case sfitte che potrebbero diventare una risorsa come successo a Caminia, a Riace e in tanti Comuni, da sfruttare per un'accoglienza diffusa e per evitare situazioni come quella al centro dell'indagine condotta dal procuratore Gratteri. Il colpevole è il sistema che crea poi un business per la 'ndrangheta; qui, come svelato dall'inchiesta (“Johnny n.d.r.), a gestire era un tramite delle cosche locali. Bisognerebbe interrompere questo tipo di sistema e cercare di provvedere a un'accoglienza un po' come sta facendo la Chiesa che, da Rocca di Papa, smisterà nelle varie diocesi i cento migranti della nave Diciotti. La stessa cosa dovremmo farla in Calabria una volta che arrivano cento, duecento, seicento migranti».