Il consigliere regionale del Pd giudica inaccettabile le parole del presidente della Regione Lombardia: «Non capisco come un calabrese possa votare per il partito di Matteo Salvini»
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«È molto preoccupante e conferma le mie analisti quanto affermato al meeting di Rimini dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che ha attaccato i forestali calabresi: impegnato nella sua battaglia per la “secessione mascherata”, Fontana non si cura di utilizzare numeri inverosimili e stereotipi duri a morire. Mi piacerebbe, pertanto, invitare e ospitare in Calabria il presidente Fontana, per discutere in tutta serenità di autonomia differenziata: potrebbe magari essere anche l’occasione buona per fargli rendere conto di quanto inesatte e frutto di triti pregiudizi siano le sue opinioni sui forestali calabresi».
È quanto dichiara il consigliere regionale Mimmo Bevacqua, il quale così prosegue: «Sono stato fra i primi in Calabria a occuparmi della riforma costituzionale autonomista; fra i primi a renderne pubblici i rischi attraverso incontri che hanno coinvolto colleghi e istituzioni di tutte le regioni meridionali; fra i primi a investire della materia il consiglio regionale che, anche grazie a un mio ordine del giorno, si è espresso in maniera chiara e inequivocabile. Ho scritto una lettera aperta anche al presidente Fontana nello scorso febbraio ma, evidentemente, era troppo impegnato per leggerla. Mi piacerebbe dire al presidente Fontana che i forestali calabresi non sono oggi neppure un quinto dei fantomatici 25 mila che egli ritiene; mi piacerebbe mostrargli quanto di buono e di utile ha prodotto per le nostre montagne il lavoro dei nostri forestali, ogni volta che è stata posta in essere una programmazione seria e organica, con le opportune risorse e mezzi; mi piacerebbe illustrargli il mio progetto “Montagna Solidale” finalizzato alla formazione e utilizzazione di giovani per la salvaguardia del territorio e la prevenzione del rischio idro-geologico. Ma so già che all’egregio presidente Fontana, di tutto ciò, non interesserebbe nulla: da buon leghista, egli sa bene che l’importante è spararla grossa, confondere le acque e, nel frattempo, portare avanti il disegno che interessa davvero».
«Io non so – conclude Bevacqua – come un calabrese possa votare Lega: questi qui sono rimasti Lega Nord in tutto e per tutto e ci disprezzano nel profondo. Quella del regionalismo differenziato è una sfida falsa che nasconde un obiettivo vero e sostanzioso: giungere alla nascita di 20 Regioni a Statuto speciale, con tanti saluti all’unità nazionale. Meno male che la crisi del governo giallo-verde ne ha interrotto, per ora, il percorso».