VIDEO | La neo eletta parlamentare pentastellata ha rispedito al mittente le critiche al provvedimento nel corso della puntata del format di LaC Dopo la notizia: «Non conoscono la legge»
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Abolire o mantenere il reddito di cittadinanza. Questo uno dei principali temi al centro della cronaca politica, soprattutto a seguito dell’ultima tornata elettorale in cui il centrodestra - in particolar modo Fdi e Lega - ha impostato la propria campagna elettorale sulla rimozione della misura. Lo scontro si è aperto anche tra i parlamentari eletti in Calabria. C'è chi come Furgiuele (Lega) ha parlato di «voto di scambio», mentre per Wanda Ferro (Fdi) «è uno strumento che non ha portato i frutti che chi lo ha pensato auspicava», e che «il lavoro deve essere garantito e nessuno deve essere lasciato indietro».
Per rispondere e chiarire alcuni passaggi in merito alla questione, nel corso dell’ultima puntata del format di LaC Dopo la notizia, è intervenuta la neo eletta parlamentare pentastellata, Vittoria Baldino. «Chi dice, come la collega Wanda Ferro, che lo Stato lascia i cittadini sul divano, vuol dire che non conosce la legge e non conosce ciò che accade negli altri Paesi europei. Solo in Italia è nata ed è stata alimentata questa polemica assurda sul reddito di cittadinanza», ha affermato la deputata grillina.
«Addirittura in Germania stanno modificando la legge sul reddito di cittadinanza basandosi sul modello italiano - ha continuato -. Si sono resi conto che, in questo momento storico, è necessario aumentare l’assistenza, invece che diminuirla. La legge già prevede la possibilità di ricevere il sussidio e di potersi impegnare in lavori di pubblica utilità, nonché di poter stringere con i Centri per l’impiego un patto di lavoro per chi può lavorare e un patto per la formazione per chi non può lavorare».
Poi sulle politiche attive Baldino ha affermato che in Italia «non funzionano come dovrebbero». «Quando abbiamo istituito la legge - ha continuato - sapevamo ciò e quindi contestualmente abbiamo stanziato un miliardo di euro che abbiamo affidato alle Regioni affinché rendessero efficienti i centri per l’impiego e soprattutto assumessero personale. Ma questa incombenza che le Regioni hanno voluto per sé non è stata adempiuta. Questo è il vero dato allarmante. Quindi chi si lamenta con il M5s perché questa misura non funziona, se la dovrebbe prendere con i governatori regionali. La realtà è che questa è una misura che vogliono che sia abolita solo perché l’ha fatta il Movimento 5 stelle».
Sul voto di scambio poi incalza: «È un’accusa vergognosa perché denota non soltanto malafede ma ignoranza. Perché era il nostro primo punto nel programma, siamo stati eletti per il reddito di cittadinanza, che è una legge dello Stato e non ha niente a che vedere con il voto di scambio».
Però ammette che «le aziende non ricorrono ai Centri per l’impiego quando cercano personale, perché questi non funzionano. Purtroppo è vero. Solo in Calabria di 630 assunzioni che la Regione doveva fare nei centri, ne sono state fatte zero. Il primo concorso è stato fatto lo scorso agosto. È già previsto nella legge che ci siano degli sgravi fiscali per le aziende che assumono i percettori di reddito, però purtroppo questo circuito non funziona».
«Noi siamo super disponibili a migliorare la legge, e già l’abbiamo fatto in alcuni casi. Però se definanziamo il reddito per comprare armi, come ha proposto Giorgia Meloni, o per fare il ponte sullo stretto, noi alzeremo le barricate. Anche perché chi ha vinto le elezioni rappresenta solo la maggioranza in parlamento, no la maggioranza del Paese - conclude Baldino -. Ciò è evidente perché se facciamo la somma di chi non è andato a votare e chi si è opposto al centrodestra, diventano minoranza. Quindi qualunque misura vorranno portare avanti dovranno sempre tenere presente questo».