Autonomia differenziata

Le opposizioni provano a stanare Occhiuto. I dem Mammoliti e Lo Schiavo incalzano: «Il governatore presenti ricorso»

VIDEO | Presentata una interrogazione per chiedere al presidente se impugnerà la legge davanti la Corte Costituzionale o, in alternativa, che iniziative intenda assumere. Alecci: «Potrebbe chiedere la copertura politica dell’intero Consiglio. Noi non ci sottrarremmo»

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di Massimo Clausi
21 giugno 2024
10:31

L’approvazione della legge sull’Autonomia differenziata ha lasciato più di una scoria in Forza Italia. La posizione del presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto, ha creato uno sconquasso a livello nazionale. Matteo Salvini gli ha risposto a brutto muso «si dovrebbe rileggere il programma elettorale e la legge approvata dal centrodestra», aggiungendo poi, non senza un pizzico di malignità: «L'autonomia sarà una grande opportunità per migliorare le Regioni del Sud. Chi è capace non ha nulla da temere».

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Anche sul fronte interno Occhiuto ha subito fuoco amico, forse inaspettato visto che a contraddirlo è stato il suo collega, presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani che ha detto di non condividere le preoccupazioni del calabrese. Mosse e contromosse che qualcuno legge anche in chiave di rapporti interni al partito, ma questo poco conta. Il punto è che la posizione ondivaga sul tema del Governatore della Calabria rischia di metterlo in difficoltà. Se ne è accorta persino l’opposizione di centrosinistra a palazzo Campanella che ora prova ad incunearsi nelle contraddizioni del presidente e prova a metterlo alle strette.


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Lo fa con un'interrogazione a firma dei consiglieri Raffaele Mammoliti (Pd) e Antonio Maria Lo Schiavo (Misto) in cui, considerato che «lo stesso Presidente Occhiuto - si legge - seppur fuori tempo massimo, ha espresso dubbi sulla bontà della riforma» chiede «quale sia la sua posizione, sulla dichiarata volontà di impugnare dinanzi la Corte Costituzionale la legge approvata in via definitiva dalla Camera dei Deputati lo scorso 19 giugno». Insomma i due consiglieri chiedono ad Occhiuto se è contrario alla riforma al punto da sottoscrivere il referendum abrogativo che hanno annunciato di promuovere cinque regioni (Emilia, Puglia, Campania, Sardegna e Toscana). Nel caso di mancanza di impugnazione della riforma i consiglieri chiedono «quale sia la sua strategia e se intende adottare interventi per la riduzione dei divari infrastrutturali, che consentirebbero di ridurre l’impatto sulla Regione di una riforma così dannosa per le politiche di sviluppo calabresi».

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Una posizione che ieri aveva anticipato anche il consigliere regionale dem Ernesto Alecci. L’ex sindaco di Soverato dopo aver detto che «le lacrime di coccodrillo non servono a niente, non portano a niente! Inutile adesso parlare di errore del centrodestra nazionale, anche perché, sino a prova contraria lui è vice segretario nazionale di Forza Italia». Da qui la richiesta di presentare ricorso dinanzi alla Corte costituzionale: «Tale facoltà, costituzionalmente riconosciuta alle Regioni, - ricorda Alecci - ricade nell’esclusiva pertinenza del presidente e della giunta regionale. Occhiuto potrebbe chiedere la copertura politica dell’intero Consiglio sulla proposizione dell’impugnativa, alla quale noi non ci sottrarremmo di certo, anzi».

Vedremo allora come si muoverà il presidente Occhiuto. Repubblica scrive che ieri c’è stata una telefonata fra lui ed Antonio Tajani ed annuncia che il Governatore per ora non farà ricorso alla Consulta, né aderirà ai comitati pro-referendum. Allora come intende far valere il suo dissenso rispetto alla riforma?

Giornalista
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