Organizzato a Paola nella sala del consiglio comunale, l’incontro letterario voluto da Fratelli d’Italia, ha riportato alla luce il pensiero di Pinuccio Tatarella (scomparso nel 1999), figura di spicco nella storia politica italiana. La presentazione del libro inedito, intitolato “La destra verso il futuro. Itinerario di una svolta”, è stata un'occasione per approfondire l'evoluzione della destra italiana attraverso la voce dello scomparso onorevole pugliese, principale artefice di questa trasformazione.

Il volume, composto da interviste e articoli risalenti al periodo tra il 1986 e il 1993, offre uno sguardo unico sugli anni in cui Tatarella ha svolto ruoli chiave, dal vicepresidente del Consiglio al ministro delle Poste e Telecomunicazioni. Le elezioni del 1994 segnarono un momento cruciale, con Tatarella impegnato nel passaggio dal Movimento Sociale Italiano ad Alleanza Nazionale a Fiuggi, dando vita a una destra moderna e rilevante nella democrazia italiana.

Dopo i saluti di Loredana Pastore, coordinatrice cittadina di Fratelli d’Italia a San Lucido, e l’introduzione di Maria Pia Serranò, vice sindaco di stampo “meloniano” al comune di Paola, sono intervenuti la consigliere regionale Sabrina Mannarino, il presidente del consiglio comunale paolano, Mattia Marzullo, il presidente provinciale di FdI per la provincia di Cosenza, Angelo Brutto, la dirigente del municipio tirrenico, Annalisa Apicella, il sindaco e l’assessore ai lavori pubblici di Praia a Mare - rispettivamente Antonino Di Lorenzo e Francesco Di Deco - l’avvocato Achille Tenuta e i parlamentari Alfredo Antoniozzi (deputato) e Fausto Orsomarso (senatore), i quali hanno poi lasciato spazio a Fabrizio Tatarella, che ha spiegato compiutamente le ragioni dell’opera e il motivo per cui è stato necessario attualizzarla in questo momento storico.

Fabrizio Tatarella, nipote di Pinuccio e anima della fondazione dedicata a preservare il patrimonio della destra italiana, ha sottolineato l'importanza di riconoscere la storia e la cultura di destra come parte integrante della nazione italiana, rompendo con la narrativa che ne negava il diritto di esistere.

Considerate le origini meridionali del politico, e vista la presenza del senatore Fausto Orsomarso - fresco del voto favorevole al ddl Calderoli sull’autonomia differenziata - una riflessione su quanto avvenuto a Roma è stata obbligatoria.

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«Ho visto che anche il nostro vescovo di Cosenza - ha spiegato Orsomarso - ha fatto (negativamente , ndr) riferimento ai senatori della Calabria. Chi mi conosce sa quanto sia legato al fatto che la Calabria sia straordinaria, e che noi (Fratelli d’Italia, ndr) mai la svenderemmo per interessi partitici, così come la dignità dell’intero Sud. Il nostro meridione, che in cinquant'anni di regionalismo è come lo vediamo, ha sempre fatto passi indietro, si commenta da solo. Tatarella avrebbe votato favorevolmente al ddl Calderoli, perché noi abbiamo contribuito a cambiarlo. Il testo, voglio ricordare, è stato messo in Costituzione nel 2001 dalla riforma fatta a maggioranza dal centrosinistra, quando pur di stare al potere, ammiccava a quella Lega che era una un movimento più secessionista».

«Chi conosce il mio impegno politico - ha proseguito il senatore di Fratelli d’Italia - sa che proviamo a essere impegnati sulle cose serie, e questa riforma è stata raccontata male. Questa riforma è una legge cornice, per far sì che le regioni, compresa la Calabria, sulle materie ricomprese nell'articolo 117 della Costituzione, possano decidere di avocarle a sé. Abbiamo condiviso e votato cantando l'inno nazionale in senato, perché certi che la novità di passare dal concetto di spesa storica ai costi standard, è una cosa che potrà avere soltanto ricadute positive».

La serata è stata un'occasione per riflettere sull'eredità politica di Pinuccio Tatarella, un parlamentare instancabile che ha lasciato un'impronta significativa nella storia politica italiana. La sua visione, ancorata nella cultura nazionale, ha influenzato il panorama politico, riconosciuta anche da coloro che, pur politicamente distanti, ne riconoscono il ruolo di “padre della destra di governo italiana”.