Il governatore della Calabria accoglie con favore le decisioni della Corte costituzionale: «Ora si lavori bene in Parlamento per rendere la legge migliore. E nel frattempo non si facciano intese tra Stato e Regioni»
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
«Le recenti decisioni della Consulta sull'Autonomia, quella dell'altro ieri e ancor di più la precedente sull'impianto generale della norma, sono innanzitutto una vittoria del buonsenso. Certamente è utile al governo che non si svolga un referendum che avrebbe spaccato in due l'Italia e che - al Sud come al Nord - avrebbe rischiato di diventare una vera e propria valanga per il centrodestra». Lo dice il presidente della Calabria e vicesegretario di FI Roberto Occhiuto, intervistato dal Corriere della Sera.
«L’attuazione di una parte della Costituzione, cambiata dal centrosinistra 24 anni fa, forse meritava più prudenza e approfondimento. Il fatto che il ddl Calderoli sia stato approvato alla Camera di notte e di fretta l'ha reso ancora più divisivo di quanto in realtà non fosse. Adesso le giuste osservazioni della Corte rappresentano la traccia con la quale lavorare in Parlamento per rendere operativo, in modo equilibrato, il Titolo V della nostra Carta», l'auspicio di Occhiuto. Secondo il governatore calabrese non serve «né fretta né melina, il Parlamento dovrà lavorare per dotare il Paese di una legge realmente conveniente per tutti». E ammonisce: «Il problema sarà trovare le risorse. Nel frattempo, sia chiaro, nessuna corsa alle intese tra Stato e Regioni».
Sul terzo mandato, Occhiuto spiega: «Sarà che governare la Calabria ha un coefficiente di difficoltà molto più alto rispetto ad altre Regioni, ma credo che due mandati siano più che sufficienti per assicurare ai territori una guida che abbia sempre stimoli e forza necessari per affrontare e risolvere i problemi».