È scontro fra le Regioni per la legge sull’autonomia differenziata. La giunta regionale della Lombardia, su proposta del presidente Attilio Fontana, ha deciso infatti di costituirsi dinanzi la Corte Costituzionale in opposizione ai ricorsi presentati da altre due regioni: la Puglia e la Sardegna.

Leggi anche

La decisione ha spiegato lo stesso Fontana «non è per sostituirsi al Governo che certamente saprà far valere le proprie ragioni, ma non possiamo accettare che altre Regioni cerchino di danneggiarci in un percorso legittimo, quello sull’autonomia, che consentirà alla Lombardia di correre ancora più veloce». Una presa di posizione che non è affatto piaciuta alla governatrice della Sardegna, Alessandra Todde, che ha ribadito le ragioni del suo ricorso con toni anche accesi: «La Sardegna continuerà a combattere a testa alta contro l'autonomia differenziata - ha detto - nonostante le lamentele di Fontana o Zaia di qualche altro leghista con il dente avvelenato».

Un altro grattacapo quindi per la Meloni che si sta vedendo esplodere in mano la vicenda dell’autonomia differenziata al punto da aver assicurato che vigilerà di persona sulla corretta attuazione della legge. Ma il fare melina sembra una strategia di retroguardia con poco profitto.

Una strategia simile a quella del presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto che continua a predicare prudenza sull’applicazione della legge ma finora ha fatto orecchie da mercante alle ripetute sollecitazioni di andare oltre. Le strade sono due: o la richiesta di referendum abrogativo o il ricorso alla Corte. Il dibattito è stato continuamente rinviato.

Leggi anche
Leggi anche

Il presidente così sta prestando il fianco alle critiche del Pd regionale che invece si è lanciato a capofitto sulla questione. Proprio ieri i dem hanno diffuso una nota molto dura in cui scrivono di «una narrazione distante anni luce dalla crisi attuale che sarà esasperata dall’autonomia differenziata che soltanto il Pd insieme alle altre forze di opposizione sta provando a fermare. Con atti amministrativi, ricorsi e referendum e non con parole vuote. Una riforma che non piace neanche al popolo di centrodestra che inizia a mal tollerare l’ambiguità dei partiti al governo». Non solo. Il Pd ha anche scritto che «Ancora oggi Occhiuto si permette di andare in giro per l’Italia criticando l’autonomia che ha approvato menando il can per l’aia con il finanziamento dei Lep, mentre le Regioni del Nord si preparano già a far man bassa sulle materie non Lep per poi passare al resto».

In questo quadro la previsione dello stesso Occhiuto che la riforma Calderoli farà perdere voti al centrodestra al Sud senza che questo sia compensato ad un recupero di consensi al Nord si fa sempre più consistente.