Qualche distinguo rispetto ai leghisti entusiasti della riforma lo ha sempre mantenuto, ma è pur vero che ha spesso parlato dell’Autonomia differenziata come di «un’opportunità». Nel corso dei mesi, il governatore Roberto Occhiuto si è posizionato su una linea via via più vicina allo scontro con gli alleati della Lega, fino al «no money, no party», slogan usato per chiarire che, senza i miliardi dei Lep, il ddl non avrebbe avuto vita facile in Parlamento e nel Paese.

L’intervista del presidente della giunta regionale al Corriere della Sera ha sancito il suo allontanamento dalle posizioni della sua maggioranza al governo ed è uno dei temi politici del giorno. Ciascuno a modo suo, avversari e compagni di strada la discutono e interpretano.

Occhiuto ha guadagnato qualche estimatore nel Pd nazionale (il deputato e responsabile Sud della segreteria nazionale Pd, Marco Sarracino che ha preso spunto dai suoi dubbi per chiedere a Forza Italia di fermare la riforma). ma non in quello regionale, che ne critica l’atteggiamento ondivago.

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Al Pd calabrese l’uscita del presidente della giunta regionale è parsa tardiva: «Solo adesso si rende conto che l’autonomia differenziata genera disparità inaccettabili tra le Regioni italiane». I consiglieri del gruppo dem di Palazzo Campanella rivendicano il primato delle critiche al ddl Calderoli: «Da due anni sosteniamo, sia nelle sedi istituzionali che sui territori, la necessità che la Calabria attraverso il suo presidente Occhiuto esprima una posizione chiara e netta su questo tema, preoccupati fin dall’inizio per la posizione assunta da Occhiuto in sede di Conferenza Stato-Regioni dove ha dato il suo assenso alla riforma, mentre altri presidenti del Sud si erano opposti». Occhiuto, per il Pd, «ha cercato di giocare su più tavoli, arrivando soltanto oggi alla conclusione che questa riforma affossa definitivamente il Sud».

«Evidentemente – continua la nota – Occhiuto era convinto che il governo nazionale non arrivasse all’approvazione del testo di legge, salvo adesso essere costretto a svegliarsi e rendersi conto che la Lega faceva sul serio». Bocciata anche la valutazione del governatore sul legame tra il dato raccolto dal Pd alle Europee nel Meridione e la battaglia contro l’Autonomia: «Il contrasto all’autonomia differenziata e l’impegno a difesa dell’unità del Paese non sono temi da campagna elettorale. Si tratta, invece, di battaglie doverose, come evidenziato anche dal documento dei Vescovi calabresi, a tutela dei diritti dei calabresi che ci hanno eletto». Il Pd chiede coerenza al governatore: «Se è contrario all’autonomia differenziata compia i passi che deve e faccia quello che gli chiedono i calabresi che hanno sonoramente bocciato la Lega alle urne, dimostrando chiaramente quale sia la loro opinione sulla cosiddetta secessione dei ricchi».

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Azione Calabria chiede un'iniziativa bipartisan contro la riforma

Anche un (altro) pezzo della maggioranza di centrodestra in consiglio regionale si accoda alle critiche e chiede un’iniziativa bipartisan contro la riforma. Il segretario e il presidente di Azione Calabria, Francesco De Nisi e Giuseppe Graziano, chiedono che «tutta la Politica regionale, unita, attivi azioni di protesta civile ed istituzionale per contrastare lo sciagurato piano dell’Autonomia differenziata. Continuiamo ad esprimere ferma e severa condanna contro il provvedimento legislativo promosso dal Governo Meloni con una forte trazione leghista, secessionista e discriminatoria nei confronti dei territori italiani che vivono difficoltà sociali e strutturali». Per Azione finora, tutti i partiti, «dopo tante parole non sono ancora riusciti a mettere in campo alcuna iniziativa decisa e forte di protesta e contrasto contro questo sciagurato piano di differenziazione tra le regioni italiane».

Da parte sua, la deputata del M5S Anna Laura Orrico invita Occhiuto «a manifestare a Roma contro l’Autonomia differenziata» ma ricorda, come il Pd, che il governatore avrebbe dovuto manifestare «le sue perplessità a tempo debito in Conferenza Stato-Regioni quando, invece, votò a favore per ragioni di scuderia e quando, cioè, noi, e tutti gli altri calabresi liberi, lo invitavamo a non farlo». In quel caso «sarebbe stata tutta un’altra storia».

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Gli alleati stoppano Occhiuto: la legge va bene così com'è

Se il centrosinistra apprezza (pur con toni sarcastici) la presa di posizione di Occhiuto, dai suoi alleati si alza un muro. Lo tira su per primo Manlio Messina, vice capogruppo di Fdi alla Camera: «Il provvedimento va bene così com'è. È stato all'esame delle forze politiche di maggioranza e opposizione per diversi mesi e se ne parla da anni. Non ci sono cambiamenti da introdurre. Occhiuto fa parte di Forza Italia e quel partito aveva qualche dubbio, poteva dirlo in Commissione o in fase emendativa, non lo ha fatto e quindi va bene così». Una chiusura netta alle istanze poste dal presidente della Regione: «La settimana prossima il testo verrà approvato dalla Camera senza alcun cambiamento rispetto al Senato e quindi sarà legge dello Stato. Poi ci sarà la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e partiranno i decreti attuativi che saranno diversi», assicura Messina. Dopodiché, spiega sempre il vice-capogruppo di FdI a Montecitorio, «inizieranno le richieste delle regioni e la trattativa tra il governo e le singole regioni sulle materie da delegare agli enti locali. Per i tempi certamente il ministro Calderoli può essere più preciso, ma ritengo che per fine anno l'autonomia regionale possa essere effettivamente in vigore». Il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari conferma: «Gli accordi vanno rispettati, abbiamo raccolto al Senato diverse indicazioni venute dai partiti alleati con ampie garanzie sui Lep. Ora la legge va approvata in via definitiva alla Camera, il Paese aspetta l'attuazione dell'Autonomia dal referendum costituzionale del 2001, sono 23 anni, per la Lega si è atteso abbastanza».