«Il disastro della sanità in Calabria è sotto gli occhi di tutti ma, evidentemente,  non di chi, ancora abbarbicato alla poltrona di presidente della Regione, ritiene di sfuggire alle sue pesanti responsabilità, nascondendo il suo fallimento dietro i mancati obiettivi del provvedimento del governo (decreto Calabria) che , di fatto, a cinque mesi dalla sua approvazione, non ha risollevato un comparto in profonda crisi: le strutture sanitarie calabresi, infatti, sono sull’orlo del collasso, costrette a fronteggiare situazioni di costante emergenza senza personale sufficiente». Così scrive Francesco Alfieri, esponente della Lega per Salvini premier.

«I calabresi continuano a pagare»

«Tutto questo  accade mentre dal primo gennaio scorso, non avendo raggiunto la Regione nel 2018 gli obiettivi previsti dal piano di rientro dal deficit sanitario, è  scattata ‘’l’automatica applicazione’’ delle maggiorazioni dell’aliquota Irpef nella misura di + 0,15 punti percentuali e dell’addizionale regionale Irpef nella misura di + 0,30 punti percentuali. Così, dopo oltre dieci anni di commissariamento, i conti nel settore della Sanità  della Regione continuano a non tornare e i calabresi  continuano a pagare». «Il decreto Calabria - prosegue Alfieri - avrebbe dovuto sbloccare il turnover , ma sinora ciò non è avvenuto anche perché la ricognizione del personale è stata rinviata per l’assenza dei bilanci di alcune aziende sanitarie mentre i contratti dei precari in sevizio negli ospedali non sono stati rinnovati. In ragione di tale situazione , tutti i dipartimenti, a partire da quello di emergenza, dovrebbero procedere alla riduzione dei posti letto e delle prestazioni, causando un ulteriore allungamento delle liste d’attesa e la conseguente fuga dei pazienti in altre regioni».

«Oliverio continua a fare promesse»

Per il leghista i «poteri speciali, come quelli conferiti dal governo al commissario, senza una concreta riorganizzazione del Sistema e senza assunzioni, non potranno modificare in meglio le crescenti criticità delle strutture ospedaliere, migliorare i servizi, evitare episodi di malasanità. Mario Oliverio continua a fare promesse, come quelle dei giorni scorsi, ai precari e agli idonei, cercando di far dimenticare la gestione, più volte attenzionata dalla magistratura, dei suoi uomini al ‘’governo’’ delle Aziende sanitarie ed i soldi sprecati come quelli (cento milioni) di  una più consistente anticipazione di liquidità autorizzata nel giugno scorso dal consiglio regionale per la sanità, che non sono andati alle aziende ospedaliere e provinciali di Cosenza, all’Asp di Vibo Valentia, e a quella di Reggio Calabria (quest’ultima sciolta per infiltrazioni della ‘ndrangheta) perché i dirigenti non avrebbero fatto richiesta dei fondi. E’ di ieri la notizia dei disabili ignorati e delle famiglie disperate: la Regione Calabria non eroga i fondi per la non autosufficienza da 5 lunghissimi anni. Roba da terzo, anzi quarto o quinto mondo!!!».

«Sistema sanitario allo sfascio»

«Il voto dei calabresi nella prossima tornata elettorale per il rinnovo dell’assemblea regionale e del presidente della Regione - chiosa Alfieri - non può non tener conto di un sistema sanitario allo sfascio e delle responsabilità politiche di quanti, a cominciare dal suo presidente, hanno avuto il governo della Regione. Scrivo queste poche riflessioni per esprimere , da calabrese  che vive all'estero e che ama profondamente la sua terra , il mio rammarico, sollecitato, tra l'altro, dal fatto che , in quanto medico, sono costretto spesso ad assistere ad episodi che vedono i  miei conterranei costretti a recarsi anche nel Paese in cui vivo, il Liechtenstein, alla ricerca di cure mediche che , ahimè , non offre la nostra regione». «Questa situazione è, inoltre, per me motivo di profonda amarezza perché  la mancanza di adeguate strutture e di una gestione efficace ed efficiente del sistema sanitario  regionale mortifica le intelligenze e le risorse umane di cui disponiamo, costringendo medici e personale sanitario a cercare lavoro lontano dalla propria terra e dalle proprie famiglie».

Il "malgoverno" di Oliverio

«In cinque anni di malgoverno Oliverio si è solo trastullato in tarantelle e sagre di melanzane, infatti sono sotto gli occhi di tutti i dati allarmanti relativi alle statistiche riguardanti i giovani che ogni anno lasciano la Calabria ed emigrano verso altre terre alla ricerca di lavoro. Dopo 5 lunghi anni di desertificazione della Calabria Oliverio non ha più nessuna giustificazione. E’ ora che vada in pensione. Non possiamo, dunque, da conterranei consapevoli e attivi, ignorare tutto ciò: è ora che i Calabresi si riapproprino del proprio territorio e che operino per una sua riqualificazione, anche dal punto di vista sanitario. Vi chiederete perché m’interessa tutto questo? Perché la Calabria è la mia Terra», conclude Francesco Alfieri.