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Dure le parole del capogruppo di Forza Italia a Palazzo Campanella, Alessandro Nicolò, sulla possibilità di una distrazione di fondi riguardo la realizzazione dello svincolo di Laureana di Borrello, « L’allarme pubblico lanciato dal comitato “Pro Svincolo”, associazione cui aderiscono, oltre Laureana di Borrello e altri comuni vicini, moltissimi cittadini residenti in quella zona di confine tra le province di Reggio Calabria e Vibo Valentia, sul pericolo di una distrazione dei fondi impegnati a suo tempo dall’Anas, mirato proprio per realizzare quello svincolo autostradale che favorirebbe il collegamento rapido dell’alta valle del Mesima con la principale arteria di mobilità della regione – continua Alessandro Nicolò – merita risposte immediate e chiare».
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In una mia interrogazione dell’agosto del 2016, con risposta scritta, l’assessore alle Infrastrutture Roberto Musmanno, secondo Nicolò, «confermava di avere appreso dall’Anas che “la realizzazione dello svincolo di Laureana di Borrello al km 377+750 risulta inserita tra le opere prioritarie di cui al Contratto di Programma 2015 con l’importo di 38 mln di euro sulla base del progetto definitivo predisposto”».
I lavori iniziati ma subito sospesi
Nicolò si chiede « Come stanno le cose? Quali sono i motivi che ostano alla ripresa di quei cantieri? Mi auguro che l’allarme sollevato dai cittadini di Laureana e dei centri limitrofi possa presto trovare positive risposte altrimenti ci troveremmo dinanzi ad un atto di ribalderia istituzionale e di basso clientelismo territoriale ai danni di migliaia di persone che pure avevano a lungo lottato per quell’opera. La vischiosità di taluni atteggiamenti politico-istituzionali – evidenzia ancora Nicolò - produce danni non solo economici ma soprattutto alle coscienze dei cittadini»
Infine, conclude il capogruppo «la vicenda dello svincolo di Bagnara Calabra - S. Eufemia d’Aspromonte chiuso per via del nuovo percorso della Sa/Rc che adesso è stato sviluppato in galleria, scelta progettuale che doveva essere contemperata dalla realizzazione del nuovo svincolo, spostato invece dieci chilometri più avanti in direzione nord, che oggi implica un notevole sacrificio economico per i comuni aspromontani del basso Tirreno, i cui residenti, adesso, impiegano più tempo a raggiungere il nuovo svincolo “Piano della Corona”, che a raggiungere Reggio Calabria. Anche in questo caso, i cittadini si costituirono in comitato, protestarono civilmente, ma furono clamorosamente scippati di quell’opportunità di cui pagano le amare conseguenze».