Intervista

Riforma Nordio, il sindaco-penalista di Cosenza Caruso: «L’abuso d’ufficio era una norma in bianco, bene l’abolizione»

VIDEO | Il primo cittadino e avvocato di lungo corso commenta le novità contenute nel provvedimento approvato oggi in via definitiva dal Parlamento. Soddisfazione per la stretta sulle intercettazioni e per l'introduzione di un collegio di tre giudici per decidere se un soggetto dovrà essere sottoposto o meno a misura cautelare

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di Antonio Clausi
10 luglio 2024
19:15

Il sindaco di Cosenza Franz Caruso ha commentato con il network di LaC, l'abrogazione del reato di abuso d'ufficio previsto dal ddl Nordio. Sempre il ministro della Giustizia ha deciso una stretta sulle intercettazioni e ha introdotto un collegio cautelare per emettere le rispettive ordinanze. Franz Caruso, com'è noto, oltre ad essere il primo cittadino bruzio, è anche un avvocato penalista di lungo corso.


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Cancellato l'abuso d'ufficio

Rispetto all'abrogazione dell'abuso d'ufficio, il sindaco Caruso ha chiarito che finora non ha mai avuto paura di firmare provvedimenti amministrativi. «Gli atti che produce la mia amministrazione sono tutti atti trasparenti e aderenti al principio di legalità. È un passaggio importante per il quale si sono battuti tutti i sindaci d'Italia senza nessun colore politico perché purtroppo era una norma penale in bianco che lasciava ampia discrezionalità nella sua applicazione e quindi non dava nessuna certezza».

L'abrogazione del reato di abuso d'ufficio è stata invocata da tutti i sindaci italiani: «Personalmente avrei, come sempre ho detto, preferito che ci fosse invece una specificazione della condotta e mantenere il reato, però ecco tipicizzando, avendo la certezza che quel comportamento poteva comportare una sanzione. Ecco la norma penale in bianco doveva diventare una norma penale a tutti gli effetti».

Limiti alle intercettazioni

Sulle intercettazioni, il sindaco Caruso la pensa così: «La norma sulle intercettazioni riguarda la pubblicazione, non l'utilizzo delle intercettazioni e su questo sono assolutamente d'accordo perché sono state pubblicate sempre intercettazioni che nulla avevano a che fare con la responsabilità del singolo soggetto ed è stata gettata in pasta all'opinione pubblica magari la figura di un soggetto assolutamente estraneo alle indagini. Comunque sono state pubblicate notizie che nulla avevano a che vedere con l'indagine e con la consumazione di reati. Per cui una limitazione alla pubblicazione di queste intercettazioni la ritengo assolutamente giusta, anche perché è previsto dalla legge che possono essere pubblicate tutte le intercettazioni utilizzate dal giudice per applicare quel provvedimento».

Un collegio di giudici per firmare le ordinanze cautelari

Il penalista Franz Caruso si ritiene pienamente soddisfatto dell'introduzione della norma che prevede tre giudici a dover decidere se a un soggetto debba essere applicata o meno una misura cautelare: «Credo che questo sia uno degli aspetti più importanti della norma, almeno per chi esercita la professione di avvocato penalista, questo è l'elemento più innovativo rispetto alle norme precedenti, perché ad emettere una misura cautelare non sarà più un solo giudice, il giudice delle indagini preliminari, ma sarà un collegio composto da tre giudici».

«Questa è una garanzia importante per la valutazione della sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari, con un'ulteriore particolarità che viene inserito l'obbligo dell'interrogatorio del soggetto che potrebbe essere destinatario di una misura cautelare. Questo è previsto solo se non c'è il pericolo di fuga o di inquinamento probatorio, per cui questa è un'innovazione assolutamente positiva, che credo però sarà difficile da attuare con un organico che, se non viene implementato, creerà problemi veramente nella esecuzione e nella valutazione soprattutto da parte dei giudici del Tribunale della Libertà, perché con la carenza di magistrati che c'è nei nostri distretti di Corte d'appello, nei nostri circondanti, sarà difficile garantire appunto il riesame delle misure messe da un collegio di tre giudici».

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