Nel Comune di Rende si torna a parlare di piano urbanistico e di prospettive di sviluppo dopo la revoca del Psc disposta dalla triade commissariale chiamata a guidare il municipio in seguito allo scioglimento disposto dal Governo per infiltrazioni mafiose. Nel Museo del Presente, su input della Federazione Riformista, esperti, imprenditori e rappresentanti della società civile hanno provato ad indicare le direttrici che dovrà seguire lo strumento di pianificazione, destinato a disegnare l’evoluzione territoriale dei prossimi vent’anni.

Rilevanza, efficacia, fattibilità

Sul piano tecnico, un contributo è stato portato dal docente del corso di architettura dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria Francesco Calabrò. Rilevanza, efficacia e fattibilità le tre traiettorie tracciate dall’accademico: «Nel momento in cui si immagina una strategia per la Rende del futuro, bisogna avere ben chiare le criticità da aggredire ed i problemi da risolvere in via prioritaria. Ma anche valutare le soluzioni sostenibili nel tempo. Perché troppo spesso – ha sottolineato – abbiamo assistito a progetti complessi, adottati con dispendio di risorse pubbliche, incapaci di fornire risposte adeguate alle istanze dei cittadini oppure di reggere sul piano temporale».

Prologo di campagna elettorale

La discussione ha il sapore del prologo della campagna elettorale: a fine dicembre scadono i 18 mesi di commissariamento, dunque nel secondo semestre. Per cui, ai sensi dell’articolo 143 comma 10 del Testo unico sugli Enti Locali che testualmente recita: “Nel caso in cui la scadenza della durata dello scioglimento cada nel secondo semestre dell'anno, le elezioni si svolgono in un turno straordinario da tenersi in una domenica compresa tra il 15 ottobre e il 15 dicembre” il ministero dell’Interno dovrà fissare le elezioni non oltre il 55mo giorno precedente la data prescelta. Questo decreto dovrà quindi essere adottato entro il 25 agosto, se si dovesse scegliere come data del voto la prima domenica utile, vale a dire quella del 20 ottobre, e al massimo entro il 21 ottobre se si dovesse scegliere l’ultima data utile, cioè il 15 dicembre. Data questa assai improbabile tenendo conto pure del ballottaggio da tenersi due settimane più tardi.

Legittima amministrazione cercasi

«Noi ci auguriamo che i rendesi possano tornare presto al voto ed avere così la possibilità di esprimere con un consenso democratico, un’amministrazione pienamente legittimata. Come forza riformista quindi, sentiamo l’obbligo per la responsabilità che ci contraddistingue, di pensare al futuro Psc da adottare qualora avessimo la possibilità di tornare a guidare il Comune di Rende» ha detto il segretario della Federazione Riformista Fabio Liparoti. Vi sono però due variabili, la prima riguarda l’eventuale proroga del periodo di commissariamento per ulteriori sei mesi. La seconda è legata all’approvazione in Consiglio regionale, della Legge per la fusione del comune di Rende con quelli di Cosenza e Castrolibero. Se l’assise di Palazzo Campanella dovesse dare il via libera, proprio in autunno i cittadini sarebbero chiamati ad esprimersi sulla questione mediante referendum consultivo, con il rischio che questo voto si sovrapponga a quello delle amministrative. Mentre una proroga del commissariamento porterebbe presumibilmente al blocco del processo di fusione. A meno che non si decida di procedere ugualmente, con la prospettiva di unire due amministrazioni con una terza ancora permeata dalle cosche.