La voce corre di bocca in bocca in attesa di conferme ufficiali, ma gli elementi a sostegno di questa ipotesi appaiono solidi al punto da configurarla ormai come una certezza: la città di Pizzo ospiterà il prossimo G8 dei ministri dell’Interno.

 

C’è già una data, venerdì 20 ottobre, e ci sono diversi sopralluoghi effettuati da funzionari del ministero dell’Interno italiano che hanno saggiato la fattibilità tecnica e logistica dell’“operazione”. Sopralluoghi iniziati già il 28 luglio, che si sono poi replicati nel mese di agosto e hanno avuto un ulteriore seguito proprio questa mattina, venerdì 1 settembre, quando la delegazione ministeriale, muovendosi con discrezione e massimo riserbo, si è recata, accompagnata dal primo cittadino Gianluca Callipo, ancora una volta nei luoghi potenzialmente deputati ad ospitare l’importante vertice: il Castello aragonese, in cui venne giustiziato il re di Napoli Gioacchino Murat, e la Tonnara di Pizzo, spazio espositivo e congressuale che bene si presterebbe allo scopo, specie per gli incontri bilaterali.

 

Gli emissari del Viminale avrebbero già manifestato soddisfazione dopo le diversi ispezioni, evidenziando i “pro” legati agli aspetti dell’applicazione del massiccio dispositivo di sicurezza previsto per l’occasione (e che richiederebbe il presidio del “fronte mare” e sostanzialmente di un’unica grande via di comunicazione) e non mancando di rilevare i “contro”, ovvero la scarsa ampiezza dei beni pubblici (Castello e Tonnara) individuati come possibile sede degli incontri. Ostacoli che, tuttavia, non appaiono insormontabili, ma che anzi si potrebbero agevolmente superare con l’istallazione di strutture temporanee.

 

Un’operazione, quella che si appresta ormai ad andare in porto, che reca certamente la firma del ministro dell’Interno, il calabrese Marco Minniti, il quale, da padrone di casa, si è fatto sponsor di una “location di prossimità” per un evento dagli evidenti ritorni d’immagine e visibilità per il territorio e che, se ben utilizzato anche dagli attori locali, potrebbe costituire l’occasione per la realizzazione di importanti interventi infrastrutturali e di riqualificazione urbana. Non può sfuggire, a questo punto, neppure la dimensione politica della scelta di Pizzo che indubbiamente attribuirebbe al giovane sindaco napitino Gianluca Callipo un peso politico non secondario nella vicenda.

 

Sicurezza, terrorismo internazionale, immigrazione clandestina, i temi che saranno verosimilmente al centro del vertice che riunirà i ministri degli Affari interni delle otto nazioni più potenti al mondo (Usa, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Canada, Russia più Ue) e che potrebbe catapultare la cittadina vibonese al centro dell’interesse mediatico globale, smuovendo un esercito di autorità, delegazioni, giornalisti, militari e forze dell’ordine, con evidenti ricadute economiche e, sul lungo periodo, con non indifferenti ritorni turistici. Non mancherebbero implicazioni legate agli aspetti dell’ordine pubblico. Ma di gran lunga superiori sarebbero, evidentemente, i vantaggi di un evento mai verificatosi prima nella nostra regione.

 

Nulla è ancora ufficialmente deciso. L’esito si attende a giorni. Gli ambienti istituzionali sono abbottonati più che mai, ma sono diversi e concreti gli elementi che fanno pendere la bilancia a favore del centro litoraneo vibonese. Intanto, i vari sopralluoghi effettuati, che testimonierebbero una fase già avanzata di programmazione dell’evento e la volontà di rimuovere le eventuali difficoltà. Di più, ancora, la richiesta urgente, partita nella giornata di ieri dalla Prefettura di Vibo Valentia e rivolta al Viminale, di fondi straordinari per spese di rappresentanza. Due indizi non fanno ancora una prova ma lasciano ragionevolmente propendere per un positivo indirizzamento della pratica. E a Pizzo c’è già chi fantastica di ritrovarsi sbalzato, almeno per un giorno, al centro dell’atmosfera patinata che circonda chi decide le sorti del mondo.