Riceviamo e pubblichiamo:

 

"Quando i tropeani hanno scoperto con sconcerto che dalla relazione prodromica allo scioglimento del Consiglio Comunale emergeva l’esistenza di infiltrazioni della criminalità organizzata, che non consentivano il regolare funzionamento degli Uffici, confidavano speranzosi nell’intervento salvifico dei Commissari, i quali, unitamente alla schiera di dirigenti, coordinatori e supervisori di loro fiducia avrebbero riportato in città la Legalità.


A quasi un anno di distanza dal loro avvento è ora di fare un bilancio dell’operato della terna Commissariale, chiedendosi se effettivamente sia stato ripristinato l’Ordine costituito; se negli Uffici Comunali vengano rispettati i dettami dell’art. 97 della Costituzione, ossia i principi di buon andamento e imparzialità; come sia gestito l’Ufficio di Polizia Municipale; come sia gestito l’Ufficio SUAP, se per esempio vengano richieste le certificazioni antimafia alla Prefettura; come sia gestito l’Ufficio Tecnico, se per esempio esista un registro delle SCIA, ecc. Orbene, la risposta a tali domande non può che essere negativa se quanto succede nella Cittadina è lo specchio del funzionamento degli Uffici: abusivismo imperante, sporcizia, dissesto delle strade, mancanza di ogni servizio, caos e totale anarchia in ogni ambito.

 

In poche parole, Tropea è oramai terra di nessuno e si potrebbe davvero affermare che lo Stato è assente, se non fosse per il fatto che è amministrata dai Commissari. A tentare nell’impresa di tenere alto il nome di Tropea, che nonostante sia stata da sempre abbandonata da Stato e Regione, è ancora fra le più rinomate mete turistiche italiane, sono solo i cittadini, che creano ogni giorno nuove attività e sin dalla scorsa Primavera puliscono addirittura la Cittadina; mentre i Commissari rimangono inerti a ogni necessità di Tropea e dei tropeani. 

 

A tal riguardo è emblematica la vicenda che riguarda il dr. Emilio Caruso, comandante della Polizia Municipale di Amantea, nonché supervisore di Uffici strategici del comune di Tropea, proprio grazie alla nomina da parte dei Commissari. Il suddetto dr. Caruso è salito qualche giorno fa agli onori della cronaca per essere stato arrestato per il reato di turbativa d’asta nell’ambito dell’inchiesta “Multiservizi” condotta dal Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Paola, dr. Bruni. Certamente chi scrive, non fosse altro per la professione che esercita, è fra i più convinti sostenitori del principio di presunzione di innocenza e quindi fino alla sentenza definitiva il dr. Caruso deve essere considerato tale; tuttavia, che egli sia stato arrestato è un dato di fatto inconfutabile e grave. La consequenziale considerazione è che quanto accaduto al dr. Caruso avrebbe inciso in modo molto pesante anche sul comune di Tropea, se esso fosse stato guidato da un sindaco, il quale sarebbe stato costretto alle dimissioni, nella più ottimistica delle ipotesi. Evidentemente così non è quando a reggere le sorti di una Città ci sono i Commissari, ai quali è concesso di fare, disfare e anche non fare a proprio piacimento, senza subire conseguenze di sorta , perché nel nostro Sistema i controllori sono senza controllo".


Avv. Giovanni Vecchio