VIDEO | Dirigente della Cgil, venne eletto a Palazzo Madama per tre legislature. Stroncato da un tumore a 53 anni
Tutti gli articoli di Politica
Stroncato prematuramente da un tumore a soli 53 anni, il 23 aprile del 1995 ci lasciava in costanza di mandato parlamentare il senatore Carmine Garofalo, eletto a Palazzo Madama per tre consecutive legislature, a partire dal 1987, sotto le insegne del PCI e poi del Pds.
Sindacalista prestato alla politica
Per lungo tempo dirigente della Cgil, la sua figura è stata ricordata e tratteggiata proprio nella sede della Camera del Lavoro di Cosenza, in Piazza della Vittoria, nell'ambito delle celebrazioni per i 110 anni dalla nascita del sindacato. L'iniziativa, introdotta dai saluti del segretario generale di Cosenza, Massimiliano Ianni e del sindaco Franz Caruso, ha registrato la partecipazione tra gli altri degli ex deputati Giuseppe Pierino, Franco Ambrogio, Sandro Principe, Fernando Pignataro, del vicepresidente del consiglio regionale Franco Iacucci, del dirigente della Cgil Emilio Viafora. Era presente inoltre la figlia Valeria.
Militante Pci di spirito riformista
Amici, colleghi parlamentari e compagni delle tante battaglie condotte da Garofalo per i diritti dei lavoratori, con le loro testimonianze hanno delineato l'attivismo ed il carattere di un personaggio di spessore, radicato ai valori del comunismo e però dallo spirito riformista. Assai vicino a Giorgio Napolitano, destinato a diventare Presidente della Repubblica, la sua scomparsa suscitò una profonda ondata di commozione e la camera ardente venne allestita a Palazzo dei Bruzi. Poi la città ne ha tuttavia progressivamente dimenticato l'impegno. E la memoria del senatore si è lentamente dispersa, scivolando nell'oblio un po' come il partito a cui apparteneva. Anche a Dipignano, abitato dell'area urbana in cui ricoprì la carica di sindaco dal 1990 al 1994.
Punto di riferimento
«Era un punto di riferimento per le nuove generazioni in procinto di affacciarsi al sindacato ed alla politica – ha commentato Emilio Viafora, segretario Cgil a Cosenza tra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta strettamente legato a Garofalo – con un approccio il suo, di stampo riformista mai incline ad un populismo di maniera ma sempre con lo sguardo proiettato in avanti, incline al riscatto della Calabria. Ha contribuito alla nostra formazione – ha aggiunto Viafora – Il suo passaggio nelle istituzioni lo ha vissuto con molta titubanza: era un laburista per cui il sindacato per lui era una ragione di vita. Ed infatti dopo la sua prima elezione, tutti i sabati veniva in Cgil per ritrovare l'essenza e le motivazioni delle sue battaglie parlamentari. Purtroppo è venuto a mancare troppo presto. E Cosenza non è stata generosa con lui non dal punto di vista del consenso, perché di voti ne ha sempre riscossi tanti, ma rispetto al riconoscimento del suo pensiero politico che pure poteva essere elemento di modernizzazione di questo nostro territorio».