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In una città immutabile e fondamentalmente ripiegata su sé stessa, anche quelli che si annunciano come cambiamenti epocali finiscono poi per rivelarsi solo strategie ben congegnate. Così è accaduto anche nel microcosmo comunale, dove una campagna elettorale cavalcata sull'onda del rinnovamento ha reso come unico frutto un Consiglio comunale più accomodante e ancor di più prono alle dinamiche politiche che da sempre lo dominano. Basti pensare al più nutrito gruppo di maggioranza manovrato a vista dal coordinatore provinciale che suole partecipare ad ogni seduta della pubblica assise per impartire da vicino indicazione alle truppe schierate sul campo giustificate dall'inesperienza di molte giovani leve. O alla presidenza del Consiglio comunale affidata ad un giovane ma già avvezzo alla politica, tornato nella famiglia di centrodestra al Comune dopo un giro di valzer con il Pd alla Provincia. Ma si è ben presto rivelata un'operazione di rottamazione a metà anche la nomina della giunta comunale che ha visto la riconferma della metà degli assessori attivi nella precedente legislatura. Così Catanzaro ha dimostrato, fuor da ogni residuale dubbio, fede incrollabile verso una classe dirigente divenuta ormai intramontabile ma ancor di più di apprezzarne le capacità camaleontiche di reinventarsi per rimanere sempre uguale.
Luana Costa