La virata Gentile, il silenzio di FI, PD preoccupato ma non troppo

Il Capodanno col botto della politica calabrese. L’entità del danno al PD e l’eventuale buon affare del centrodestra, si comprenderanno solo quando si conosceranno i veri contorni del patto tra Gentile e Berlusconi. D’Ascola, Cavallaro e Luciano non seguono il Senatore. Forza Italia tace mentre il Sindaco di Cosenza esclama: “Non sempre gli allargamenti sono simbolo di qualità”
di Pasquale Motta
31 dicembre 2017
15:13

Chiudiamo questo 2017, senza trarre bilanci di sorta che, tra l’altro abbiamo fatto ampiamente anche con il contributo dei colleghi di lacnews24.it. Caliamo il sipario al 2017 con una riflessione sulla politica e sul quadro politico che si è aperto a Camere sciolte e a elezioni politiche indette. Un quadro politico che ci appare ampiamente ansioso e insidioso per tutti gli equilibri sociali di questa Regione che si prepara, tra l’altro con ampio anticipo, alla battaglia delle battaglie per la nostra terra, quello legato alla conquista della Presidenza Regionale. E indubbio infatti che, le elezioni politiche del 4 marzo 2018, rappresentano la costruzione della prima trincea della lunga guerra di posizione che ci aspetta nei prossimi due anni in vista delle elezioni regionali. A rompere gli argini, a tirare il primo colpo di cannone ci ha pensato Tonino Gentile, senatore cosentino, da meno di un mese coordinatore nazionale di quello che fu il partito di Alfano. Un botto di fine anno. L’unico vero colpo di cannone che ci ha riservato la politica, in questo scorcio di fine anno: l’abbandono di Tonino Gentile dal timone di AP, il suo annuncio di non volersi ricandidare e l’invito ai suoi di votare per Forza Italia.

IL COLPO DI CANNONE DI GENTILE E GLI UMORI DEL CENTRODESTRA

Ciò è bastato per mettere in fibrillazione tutto il sistema politico calabrese a destra come a sinistra. E, chiaramente, per scatenare gli opinionisti di terra Calabra. La mossa, ai più, è sembrata un duro colpo al PD calabrese, secondo alcuni, infatti, l’indebolimento della coalizione del centro sinistra metterebbe definitivamente fuori gioco il Pd dalla battaglia sui collegi. Ipotesi realistica certamente, ma a nostro avviso, alquanto riduttiva. La Politica, infatti, non è solo esercizio matematico, ma è molto di più e, tra l’altro, in questo caso la valutazione matematica poggia esclusivamente sui numeri prevedibili e virtuali dei sondaggi. L’entità del danno al PD e l’eventuale buon affare del centrodestra,  si comprenderannosolo quando avremo cognizione dei veri contorni del patto tra Gentile e Berlusconi. Un patto che, il senatore cosentino, almeno per il momento, si è guardato bene dal disvelare.


 

E già,  perché se qualcuno si fosse illuso che l’invito a votare Forza Italia da parte del sottosegretario sia solo il frutto di una improvvisa crisi mistica e ideale di amore verso “l’unica forza moderata e liberale”, come lui stesso ha definito FI, credo che questo qualcuno si sbagli di grosso. D’altronde  e, non a caso, solo a lui, e non ad altri, l’ex cavaliere del biscione ha riservato il saluto di benvenuto in Forza Italia, rilegittimandone il ruolo nel campo del centrodestra e riconoscendone peso e ruolo. Quale sarà stata dunque la contropartita? Difficile per ora conoscere la verità ma, tuttavia. è questione di ore, anche perché fra poco più che una trentina di giorni bisognerà depositare le liste. Cosa nasconde il patto Gentile/Berlusconi? È questa la domanda che corre tra i fili dei telefoni e nei luoghi della politica del centrodestra calabrese. E dovrebbe essere questa la domanda che dovrebbero porsi i notisti e gli analisti di questa regione. Quando i contorni reali del patto tra Berlusconi e Gentile verrà fuori e se verrà fuori, siamo convinti che il quadro politico sarà destinato a mutare ancora. Proprio per questo la notizia del ritorno a “casa centrodestra” del senatore, infatti, non ha creato grandi entusiasmi, a partire dalla freddezza con la quale è stata accolta dal Sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto.A margine della conferenza stampa di fine anno, infatti, il primo cittadino della città bruzia, è stato lapidario,  «la maggioranza non è cambiata ma devo dire che non sempre gli allargamenti sono simbolo di qualità».

 

La conferma che il rientro sul centrodestra di AP e dei fratelli Gentile non sia stata affatto gratuita, arriva peraltro, con la nota congiuntadel gruppo di AP in consiglio regionale e qualche altro ex consigliere e del senatore Piero Aiello, i quali hanno dichiarato di essere saldamente al fianco del senatore. Alcuni di loro erano e sono aspiranti candidati. E ipotizzabile che il centro destra e Berlusconi non  trovino spazi adeguati per i nuovi commensali?L’interrogativo basta per mandare in fibrillazione FI in tutta la Regione. Che farà Piero Aiello che in molti sul fronte del centrosinistra davano inpole position per il collegio di Catanzaro? E cosa farà Giuseppe Graziano che nella zona del coriglianese era pronto alla conquista di un seggio? Ed è ipotizzabile che nessun Gentile marcherà con una candidatura il territorio di Cosenza? Alcuni tra gli amici più vicini ai fratelli Gentile esclamano : “non esiste!”. E conoscendo l’abilità e l’esperienza dei due storici fratelli della politica cosentina, non abbiamo motivo di non credergli. L’accordo con vertici romani di Forza Italia, deve essere stato abbastanza corposo dunque, se ha portato Gentile e company a rinunciare all’offerta del centrosinistra di  4 collegi uninominali.Il problema di Gentile, dunque,  da domani, sarà quello di mantenere e conquistare, ciò che  Macchiavelli avrebbe definito  il nuovo  “Principato”, il quale nel  descrivere i Principi con due profili differenti e cioè quelli che conquistano con fatica e poi mantengono a lungo e quelli che conquistano con facilità e poi durano poco citò quale esempio la storia del principe di Siracusa: “Costui, di privato, diventò principe di Siracusa; né ancora lui conobbe altro dalla fortuna, che la occasione; perché, sendoe' Siracusani oppressi, lo elessono per loro capitano, donde meritò d'essere fatto principe. [... ] Costui spense la milizia vecchia, ordinò della nuova; lasciò le amicizie antiche, prese delle nuove; e come ebbe amicizie e soldati che fussino suoi, possé in su tale fondamento edificare ogni edifizio: tanto che lui durò assai fatica in acquistare e poca in mantenere.“ Riusciranno i fratelli Gentile a  mantenere e (ri) - conquistare il “Principato” del centro destra, spegnendo i dissensi e i mugugni che si stanno manifestando in queste ore in quel campo? La loro sfida è appena iniziata.

CAVALLARO, D’ASCOLA E LUCIANO NON SEGUONO GENTILE

Tuttavia come sempre avviene non tutte le ciambelle escono con il buco. Infatti, se da un lato c’è chi immediatamente si è schierato con la scelta del senatore cosentino, dall’altro lato, invece, c’è chi non ne vuol proprio sapere di ritornare a destra. È il caso del Presidente della Commissione Giustizia al Senato, Nico D’Ascola, il quale, ai nostri microfoni, ha fermamente dichiarato che non intende spostarsi di un millimetro e di rimanere dunque sul fronte del centrosinistra, non solo, ha dichiarato di essere già al lavoro per ricostruire AP. E anche alle latitudini vibonesi, ad eccezione dell’ex consigliere regionale Alfonsino Grillo, gli uomini forti del territorio, a cominciare dal Presidente del Consiglio comunale Stefano Luciano, non sembrano intenzionati a cambiare nuovamente percorso politico. Con queste premesse, dunque, l’ottimismo manifestato dal possibile candidato del cdx, Giuseppe Mangialavori, potrebbe essere ben presto raggelato. Per non parlare di Franco Cavallaro, segretario nazionale della CISAL, uno dei più importanti sindacati del Paese, ex sindaco di Dinami, che proprio a Dinami qualche sera fa aveva dichiarato di aver messo in gioco un sindacato per rafforzare il territorio e costruire una squadra al servizio della Calabria. Sia Luciano che Cavallaro, dunque, seppur amici di Gentile, non avevano mai aderito individualmente ad AP,  ma con la formula del patto federativo e non poteva essere diversamente considerato che sono alla testa di composite aggregazioni sociali e civiche con un rilevante peso sociale ed elettorale. Entrambi, così come Nico D’Ascola,  hanno escluso l’ipotesi di ritornare sui propri passi. E, tra l’altro,  i sondaggi gli darebbero anche ragione, considerato che, il centro sinistra, proprio nel vibonese, è dato oltre il 40%, quasi il doppio da quanto è dato il centrodestra. A seguirli, inoltre, ci sarebbero, oltre al Presidente della Provincia, diversi sindaci e amministratori.

LA SCELTA DI GENTILE “AMMAZZA” IL PD?

Il Pd, oggettivamente, è malmesso ma è anche vero che, l’alleanza con Gentile e AP, gli aveva scoperto il fianco a sinistra a tutto vantaggio di Liberi e Uguali. Un fianco che, senza più Gentile, potrebbe essere meno vulnerabile. Anche perché dalle parti di Bersani e company la discussione sulle candidature sta diventando incandescente e, come l’esperienza insegna, quando si parla di candidature a sinistra, lo spartito con le note dell’Internazionale potrebbe trasformarsi rapidamente nella marcia funebre di Chopin. Inoltre c’è da registrare che la gamba centrista in costruzione nel centrosinistra, in Calabria, a livello di candidature, potrebbe rivelare alcune sorprese.

 

Secondo gli ultimi sondaggi AP era data in Calabria al 4,5%, una perdita per la coalizione del centrosinistra che dalle parti dei democrat sono convinti di poter ridimensionare. Già una coalizione di centrosinistra al 25%,nella nostra regione, potrebbe significare almeno 4 parlamentari al proporzionale, senza tener conto che, su alcuni  collegi uninominali  la partita potrebbe  essere ampiamente aperta sia per il Senato che per la Camera.

Fin qui, allo stato, il quadro politico regionale e nazionale. Tuttavia la partita è molto più complessa e ampia da come appare. E quello che la sta giocando con più lucidità è proprio Silvio Berlusconi, il quale, a differenza dei suoi potenziali alleati, impegnati a gridare su chi è più populista dell’altro, o a mettere veti all’interno della coalizione, persegue un lucido obiettivo, fare massa critica per portare la coalizione sulla frontiera del superamento del 40%, una frontiera che modificherebbe radicalmente le quote di ripartizione proporzionali dei seggi in tutte le regioni, anche perché, secondo alcune stime, farebbe scattare l’agognata maggioranza parlamentare necessaria per governare.

 

Queste le premesse politiche del 2018. Ci auguriamo che oltre a giochi politici, al nuovo Parlamento, la nuova delegazione calabrese possa portare alla nostra Regione quel benessere e quella crescita tanto decantata, tanto auspicata e, purtroppo mai arrivata.

 

Buon Anno a tutti i calabresi

 

Pasquale Motta

Giornalista
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