Mi sono sempre ribellato ai soprusi non solo per tutelare il mio patrimonio materiale, ma soprattutto per proteggere i miei diritti. Proprio per questo sono pronto a combattere contro tutti e tutto per tutelare la mia, la nostra, libertà
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Da calabrese e da cittadino italiano cerco di capire cosa sta succedendo intorno a me. Leggo i media e rimango senza parole su quanto sta emergendo: poteri criminali che stanno cercando di attaccare il “sistema Stato” progettando attentati alla vita di magistrati.
Ho girato il mondo e mi sono trovato spesso ammirato davanti a popoli e paesi che garantiscono ai propri cittadini standard di vita alti, non solo economicamente, ma anche per il rispetto dei valori. Paesi e popoli che hanno livelli di “civiltà” notevoli dove ogni cittadino, al di là delle regole scritte, è parte attiva di un vivere insieme. Popoli la cui civiltà ed il vivere quotidiano sono basati sul rispetto del bene comune che si deve tutelare, l’interesse pubblico, e dove ogni cittadino è parte fondamentale di una democrazia e quindi della reciproca libertà; luoghi in cui l’interesse comune non è solo tutelato dalle leggi e da forme di “deterrenza” ma dall’interesse sociale di tutti. In questi contesti il delinquere è un danno fatto alla democrazia ed al bene di tutti e così viene percepito dal cittadino. Stati e democrazie che hanno quindi come pilastri i propri cittadini che sono consapevoli di essere parte integrante di una collettività che ha al centro il benessere sociale.
In contrapposizione a questi popoli e paesi ho visto invece luoghi in cui la libertà è un sogno, in cui i diritti di ogni cittadino sono messi da parte quando toccano gli interessi di sistemi di potere. Luoghi, popoli e sistema paese dove al centro vi è solo l’interesse di singoli e non il bene collettivo, dove nel nome di “un potere” si consumano reati orribili e si stuprano le libertà di ogni cittadino. Paesi e luoghi dove i diritti, quando ci sono, sono solo apparenti e non applicati e quindi la stessa democrazia è solo illusoria.
Quando incontro tali realtà, dove il potere nelle sue varie forme sopprime ogni diritto, purtroppo non mi sorprendo di nulla. Proprio nel nome di questo “potere” si consumano crimini, omicidi e altro.
Vivo la mia realtà illudendomi di essere parte integrante di un sistema paese dove vi sono diritti e dove ognuno di noi è parte di una democrazia, un paese libero, un paese in cui la carta costituzionale garantisce i diritti di tutti i cittadini. Proprio per queste ragioni ho sempre combattuto contro le illegalità e contro sistemi di potere criminali, perché credo di dover fare la mia parte per essere un elemento attivo e partecipe di una democrazia compiuta. Mi sono sempre ribellato ai soprusi non solo per tutelare il mio patrimonio materiale, ma soprattutto per proteggere i miei diritti e la mia libertà.
Leggendo quanto emerge dai media dove poteri criminali attentano a distruggere e condizionare le Istituzioni, cercando di ammazzare i magistrati, tutto ciò mi porta a chiedermi dove in effetti vivo:
- vivo in un Paese in cui la democrazia è solo apparente e le libertà di ognuno di noi sono “limitate e condizionate” dal potere degli altri? Vivo un paese, come tanti del terzo mondo, dove la giustizia è solo una parola senza significato? Vivo in un contesto in cui il potere dei pochi distrugge le libertà di tutti? Vivo un paese dove nel nome di poteri criminali si ammazza e si condiziona la vita democratica?
- Oppure vivo in un Paese evoluto con una civiltà consolidata, un paese libero e democratico dove tutti i cittadini hanno diritti e dove ognuno di noi è parte integrante delle libertà di tutti e della tutela dei diritti costituzionali?
Ma se quest’ultimo è il mio Paese e questa è la civiltà che mi circonda perché davanti a tentativi di distruggere questi valori il popolo non si ribella mettendosi a protezione del proprio Paese e dei diritti fondamentali di tutti? Perché davanti alle stragi consumate in passato ed alle continue minacce ai magistrati ed alla nostra democrazia non vi è una ribellione civile per tutelare il “bene comune” che è la nostra libertà?
Ho 63 anni ed ho letto i sacrifici che le precedenti generazioni hanno fatto per poterci far illudere di essere liberi, io sono o vorrò morire da uomo libero non consentendo a nessuno di rubarmi sogni e speranze.
Proprio per queste ragioni io sono e sarò sempre al fianco delle Istituzioni, dei valori del singolo individuo e della democrazia, pronto a combattere contro tutti e tutto per tutelare la mia, la nostra, libertà.
Per tutto questo sarò in piazza a manifestare a fianco e tutela dei magistrati e del Dr. Gratteri; la posta in gioco è la libertà di ognuno di noi, il bene collettivo, la nostra democrazia e non certo forme di egoismo o giochi di potere, ed i calabresi in particolare devono riappropriarsi del proprio destino combattendo per la propria libertà e per quella dei propri figli.