Non è più una questione di destra o di sinistra, il fallimento della Calabria porta la firma di tutti. E la Calabria non è più nelle condizioni di sopportare e tollerare gli ordini di scuderia impartiti dai segretari di partito, fosse pure Matteo Salvini
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Credo di interpretare fedelmente il sentimento che ogni calabrese, in questo particolare momento, sta vivendo nel proprio animo. Se il Covid sta lacerando l’intera economia della regione, la classe politica, in perfetta sintonia con la paralisi del sistema sanitario e non solo, sta affondando l’ultima coltellata al cuore alla nostra povera e sfortunata regione. La colpa è di tutti, nessuno escluso, dall’eletto all’elettorato che con estrema superficialità, attraverso il voto malato e condizionato, ha determinato gli assetti dell’attuale compagine governativa regionale.
Non è più una questione di destra o di sinistra, il fallimento della Calabria porta la firma di tutti, non solo di coloro i quali sono caduti nelle maglie della giustizia, ma anche di coloro i quali hanno tenuto sempre un comportamento viscido e clientelare, caratterizzato dalla staticità amministrativa e volto a soddisfare, con il contentino, il capo elettore di turno. Probabilmente l’attenzione mediatica dell’ultimo periodo che ha portato la politica calabrese all’attenzione dell’intera nazione, ha contribuito a svegliare le coscienze di noi tutti, ponendo la dovuta attenzione, non solo sulle pesanti problematiche del momento, ma anche sulla reale incapacità di tutti quei soggetti che, sfortuna nostra, hanno amministrato ed amministrano l’Ente Regione.
Il conflitto tra governo centrale e politica regionale, sul nodo sanità, evidenzia tutte le pecche culturali - amministrative di coloro i quali, hanno il compito, sul territorio calabrese, di contribuire a trovare una soluzione sulla improrogabile scelta del commissario alla sanità. È inconcepibile il manifestato ostruzionismo del Vice Presidente della Regione Calabria, nei confronti della nomina di Gino Strada a commissario della sanità, comportamento questo irrispettoso nei confronti del popolo calabrese che a causa della malasanità ha già pagato un elevato prezzo.
La Calabria non è più nelle condizioni di sopportare e tollerare gli ordini di scuderia impartiti dai segretari di partito, fosse pure Matteo Salvini. Avevamo avuto l’opportunità, per la prima volta, di avere alla guida della sanità calabrese un professionista del settore, colui il quale ha dimostrato sul campo grandi doti manageriali e professionali e che avrebbe potuto, anche per la nostra regione, dare quella spinta propulsiva con grande vantaggio a favore della popolazione tutta.
Non dimentichiamoci che, a differenza del Vice Presidente della Regione Calabria non noto per particolari meriti professionali, l’esperienza del dott. Strada è stata messa a dura prova in realtà difficili come quella africana, dove ha conseguito eccellenti risultati, migliorando la qualità della vita a gran parte della popolazione. Oggi, la delicata situazione calabrese ci impone l’abbandono della faziosità partitica nella scelta della figura professionale più idonea alla guida della sanità ed e’ per questo che il popolo calabrese, al quale non viene più garantito il diritto alla salute, aveva accolto con grande soddisfazione la nomina di Gino Strada a commissario della sanità, condividendo con lui la storica e fondamentale battaglia a favore della sanità pubblica.
*Carlo Salvo, avvocato