«Ho appreso con piacere dalla stampa regionale dell’interesse dell’assessore Sandra Savaglio verso l’applicazione delle tecnologie nell’ambito della salute, a margine della riunione della Giunta Regionale per l’approvazione del corso di laurea magistrale interateneo in Medicina e tecnologie digitali. Sono, tuttavia, rimasto alquanto sorpreso dalla sua dichiarazione che affermerebbe: "Finalmente, anche in Calabria arriva una disciplina di punta che applica la tecnologia alla salute"».

Lo scrive Carlo Cosentino, professore ordinario di Automatica e coordinatore CdLM ingegneria biomedica all’università degli Studi Magna Grecia di Catanzaro

«Tale affermazione risulta disarticolata dal contesto universitario regionale – scrive Cosentino - disconoscendo l'esistenza nell’università degli studi Magna Grecia di Catanzaro, fin dal 2002, di un corso di laurea in Ingegneria informatica e biomedica, seguito poi, dal 2004 da un corso di laurea magistrale in Ingegneria biomedica e da un corso di dottorato di ricerca in Ingegneria biomedica e informatica (poi confluito nel dottorato multidisciplinare in oncologia molecolare e traslazionale e tecnologie medico-chirurgiche innovative, curriculum di ingegneria dei sistemi e bioingegneria e nanotecnologie per la medicina), corsi che hanno formato negli anni migliaia di studenti, oggi protagonisti dell’innovazione e della gestione delle tecnologie sanitarie regionali e nazionali».

«L’importanza dell’applicazione delle tecnologie in ambito biomedicale e dell’integrazione del sapere medico con quello ingegneristico, favorito dalla contiguità fisica di laboratori e reparti ospedalieri, fiore all’occhiello del campus di Germaneto, fu visionaria intuizione del compianto rettore Venuta, che volle fortemente la presenza di laboratori tecnologici all’interno del nuovo campus di Germaneto. Tale visione è stata successivamente supportata e potenziata dai Rrettori Costanzo, Quattrone e De Sarro, fungendo anche da volano per la creazione di aziende spin-off, centri di ricerca e società consortili per la valorizzazione della ricerca sulle tecnologie biomediche ed il trasferimento di conoscenza verso l’ambito produttivo regionale».

«Sottolineo ciò non per sminuire l’iniziativa da lei lodata – aggiunge il professore Cosentino - che è assolutamente meritoria e condivisa da entrambi gli ztenei di Catanzaro e Cosenza, ma semplicemente perché avverto la responsabilità, derivante dal mio ruolo, di valorizzare gli sforzi profusi in questi venti anni al fine di fornire le migliori opportunità didattiche e scientifiche ai tanti studenti Calabresi che abbiamo avuto l’onore di formare, vedere crescere e diventare professionisti affermati ed apprezzati in ambito nazionale ed internazionale».

«Nondimeno, mi preme riaffermare l’importanza del lavoro condotto in questi anni sul fronte della ricerca, che ha visto la Bioingegneria calabrese conseguire importanti risultati scientifici, grazie alla stretta collaborazione con i gruppi clinici di eccellenza del nostro Ateneo. Riguardo la nascente laurea in medicina e tecnologie Digitali, penso sia anche opportuno rimarcare, a beneficio dei lettori, che essa mira a formare figure di laureati in medicina e chirurgia dotandoli, altresì, di una base di competenze sulle tecnologie digitali, in modo da poter usufruire in maniera più consapevole ed efficace di tali tecnologie. Si evince, dunque, che tale figura è complementare a quella dell’ingegnere biomedico, che resta l’attore principale nell’affrontare le sfide tecnologiche poste dalla sanità del terzo millennio, con la sua capacità di progettare e gestire strumenti sempre più sofisticati e precisi al servizio degli operatori sanitari».

«Così come è l’ingegnere biomedico la figura chiave deputata a garantire la sicurezza e la corretta gestione delle tecnologie e delle apparecchiature biomedicali nelle strutture sanitarie, come recentemente riconosciuto anche a livello normativo con l’istituzione dell’elenco nazionale certificato degli ingegneri biomedici e clinici ai sensi della legge 11 gennaio 2018, n. 3».

«La saluto con viva cordialità e con l’augurio di poterla presto ospitare presso il Campus di Germaneto “Salvatore Venuta”, per mostrarle i frutti del lavoro svolto negli ultimi anni, con l’intento di valorizzare tale esperienza didattica e scientifica, mettendola al servizio di un progetto comune di potenziamento dei futuri percorsi formativi dei giovani calabresi e del sistema sanitario regionale».