«Il piano triennale del fabbisogno di personale 2020/22 della Regione Calabria deve essere riformulato, rispettando le regole e l’equilibrio di bilancio. Di questo fatto, che dovrebbe essere scontato in una Pubblica Amministrazione normale si deve ringraziare il nuovo direttore generale reggente del dipartimento “Organizzazione e Risorse Umane” che, con un atto coraggioso, ha fatto venir fuori questa incoerenza amministrativa ponendovi rimedio. Con il decreto n. 2645 del 15 marzo, infatti il dg e la dirigente di settore hanno provveduto a sospendere l’efficacia di due distinti avvisi di stabilizzazione. Importanti sono le date». È quanto si legge in una nota del sindacato Csa-Cisal.

«Il piano del fabbisogno è stato dapprima adottato dalla Giunta regionale con la delibera n. 142 del 18 giugno 2020. Successivamente è intervenuta una modifica, con la delibera n. 236 del 7 agosto 2020. A seguito di questo importante atto amministrativo, come atto consequenziale, il 29 dicembre – ad opera dell’allora direttore generale del dipartimento “Organizzazione e Risorse Umane” – venivano banditi due avvisi riservati a coloro che fossero in possesso dei requisiti ex articolo 20, comma 2 del Dlgs n.75 del 2017, cioè la stabilizzazione da “Legge Madia”. Il requisito per la conversione a tempo indeterminato è aver maturato un contratto di almeno tre anni (anche non continuativo negli ultimi otto) al 31 dicembre 2020. Il primo avviso era per 16 posti di categoria D di vari profili, di cui 2 con profilo professionale di capo servizio, 11 con profilo professionale di istruttore direttivo tecnico, 3 con profilo professionale di istruttore direttivo tecnico. L’altro avviso invece era rivolto a 2 posti per categoria C profilo professionale istruttore amministrativo contabile e 9 posti categoria C profilo professionale istruttore tecnico. In tutto 27 posti “riservati” alle stabilizzazioni. Successivamente, i due avvisi sono stati modificati il 22 febbraio 2021, sempre dall’allora dg di “Organizzazione e Risorse Umane”. Peccato però che in mezzo al guado, fra l’approvazione del piano del fabbisogno e la successiva pubblicazione degli avvisi, fosse arrivato un atto che doveva portare a diverse conclusioni».

«Il collegio dei revisori, nel verbale n. 50 della seduta svoltasi l’8 ottobre 2020, ha sostanzialmente “bocciato” le delibere di Giunta esortando l’Ente “a riformulare il provvedimento del piano di fabbisogno del personale 2020/22 sottoponendolo a parere preventivo”. Infatti, come fatto notare dell’organo di revisione contabile, “la deliberazione n. 142/2020 è stata approvata dalla Giunta regionale senza parere preventivo obbligatorio disposto dalla nuova disciplina in materia”. Ed in effetti, l’articolo 33 comma 1 del D.L. n.34/2019 (convertito nella Legge n. 58/2019) prevede che la determinazione dei piani di fabbisogno triennali possano essere licenziati “fermo restando il rispetto pluriennale dell’equilibrio di bilancio asseverato dall’organo di revisione”. Il collegio dei revisori rilevando altre mancanze nel documento della Giunta regionale segnala ancora “che nella deliberazione n. 142 non sono accertati e motivati gli aspetti di natura economico-finanziaria indispensabili per consentire all’Organo di revisione di asseverare il rispetto pluriennale dell’equilibrio di bilancio”. Veramente strano che – afferma il sindacato CSA-Cisal – al cospetto di un documento che ha "allertato" l'Amministrazione regionale, e con quei contenuti, sia stato sostanzialmente ignorato e tenuto in debita considerazione soltanto con l'arrivo del nuovo dg».

«Dunque, già da ottobre dell’anno scorso, erano emersi pesanti rilievi del collegio dei revisori. Tuttavia, l’allora dg del dipartimento aveva comunque bandito gli avvisi di stabilizzazione a dicembre per poi rettificarli a fine febbraio, cioè atti consequenziali del piano di fabbisogno triennale del personale 2020/22 nonostante appunto le pesanti criticità segnalate dall’organo di controllo. Per fortuna, il suo successore – fa notare il sindacato CSA-Cisal – ha pensato bene di tenerne conto e di sospenderne l’efficacia fintantoché non si saranno corretti gli errori. È evidente che, pur non trattandosi di nuove assunzioni bensì di stabilizzazioni, l’impatto sul bilancio regionale risulta essere notevole. E stiamo parlando – sottolinea il sindacato – di soldi pubblici. Per cui da quando sarà operativa la conversione a tempo indeterminato il relativo costo del personale sarà assorbito nel bilancio dell’Ente per più tempo e conseguentemente se ne deve tener conto nel piano triennale dei fabbisogni. Non era quindi un giochetto».

«E non è tutto qui. Trattandosi di una procedura di stabilizzazione, l'Amministrazione avrebbe dovuto garantire la partecipazione dei sindacati al fine di una corretta ricognizione del personale in possesso dei requisiti. Cosa che, all'epoca, non era stata adempiuta. La circolare n. 3 (esplicativa della Legge Madia) del 23 novembre 2017 segnalava proprio un punto, applicabile proprio a questo caso, in relazione agli "Adempimenti preliminari e piano triennale dei fabbisogni". Nella fase di avvio delle procedure di stabilizzazione si specifica: "... A tal fine, è opportuno che le Amministrazioni adottino in ogni caso un atto interno, nel rispetto delle forme di partecipazione sindacale…". Come detto, questo passaggio preliminare non era avvenuto, dunque denotando poco rispetto per le indicazioni della circolare e soprattutto poco riguardo alle corrette relazioni sindacali. Ci auguriamo – sostiene il sindacato CSA-Cisal –, a questo punto, che con la sospensione dell'efficacia degli avvisi regionali queste gravi mancanze possano essere superate e che le organizzazioni sindacali siano rese effettivamente partecipi».

«Apprezziamo come il nuovo direttore generale reggente abbia tenuto in considerazione i rilievi del collegio dei revisori, che invece erano stati trascurati dal suo predecessore e dimenticati dalla Giunta regionale. Purtroppo, in passato nel dipartimento “Organizzazione e Risorse Umane” – aggiunge il sindacato – spesso ci si è dimenticati di questi fondamentali del corretto agire amministrativo. Siamo convinti che il nuovo vertice amministrativo sarà in grado di guidare l’Ente, nelle materie di sua competenza, con rigore e nel solco del rispetto della normativa nazionale e regionale. Non era scontato che ciò avvenisse visto che le procedure erano già state imbastite e una sospensione di questo tipo porterà del malcontento. Ma – come sempre dimostrato – il sindacato CSA-Cisal si schiererà sempre a favore di azioni a tutela della legalità e legittimità degli atti nella Regione Calabria. Sono principi formali e sostanziali non negoziabili. Ci auguriamo pertanto che la Giunta regionale provveda al più presto alla riformulazione del piano di fabbisogno del personale triennale seguendo gli indirizzi impartiti dall’organo di revisione, come suggerito dall’attuale direttore generale, e si provveda a rispettare l'indicazione della partecipazione delle organizzazioni sindacali nella fase di avvio della procedura di stabilizzazione».