La lettera di Francesco De Luca, consigliere nazionale degli studenti universitari: «Cosa si sta facendo per tracciare i contatti e per migliorare il trasporto locale?»
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La situazione nelle università, i timori degli studenti e anche la richiesta per far ripartire in sicurezza le lezioni. Questa la sintesi della lettera inviata alla giunta e consiglio regionale della Calabria. La scrive Francesco De Luca, consigliere nazionale degli studenti universitari. Ne riportiamo il contenuto.
«Egregio presidente,
Egregi assessori,
Egregi consiglieri, a scrivervi è uno studente universitario di 23 anni che dal maggio 2019, grazie al sostegno di migliaia di universitari, ha l’onore e l’onere di rappresentare la nostra regione e l’intero Mezzogiorno all’interno del Consiglio nazionale degli studenti universitari.
Avverto la necessità di scrivere questa lettera per condividere con voi una preoccupazione che affligge, con me, decine di migliaia di studenti universitari calabresi che, desiderosi di fare al più presto rientro in aula, vedono questa possibilità sempre più remota a causa della profonda incertezza che attanaglia la nostra regione su questo tema. È infatti conosciuto a tutti voi, ai calabresi, ma soprattutto agli studenti, come nello scorso mese di Ottobre, precisamente il venerdì 23, con un’ordinanza del Presidente della Regione, la n. 79, si disponeva, tutto d’un tratto ed inizialmente anche senza il dovuto confronto con i Rettori ed il Comitato regionale universitario di Coordinamento della Calabria (Co.R.U.C.), la sospensione delle attività didattiche in presenza per la gran parte della popolazione universitaria.
Una scelta che appariva fin da subito scontrarsi con la determinazione dimostrata dagli Atenei quando, solo poche settimane prima, con enormi sforzi tanto organizzativi quanto economici, erano riusciti a garantire una ripartenza delle attività universitarie in modalità mista, in alcuni casi coadiuvati anche dall’ausilio di mezzi di tracciamento efficaci, adeguatamente predisposti per far fronte all’emergenza. Uno sforzo notevole che aveva, fino a quel momento, reso possibile l’immediato tracciamento dei contatti di persone positive ed impedito, così, il diffondersi del virus tra i luoghi universitari, ma che non bastòcomunque a scongiurare i rischi che indussero, appunto, il presidente f.f. della Regione a disporre la sospensione delle attività.
Se quella scelta si rivelò poi giusta alla luce dei dati sui contagi e sulla gestione sanitaria che, di lì a pochi giorni, divennero oggetto di cronache giornalistiche a livello nazionale, a seguito dell’individuazione del nostro territorio come c.d. zona rossa, certo è che le cause di quella scelta furono estranee alla gestione degli Atenei calabresi, che rappresentò invece un’eccellenza nella gestione ottimale dell’emergenza. Al contrario, ad indurre l’emanazione di quell’ordinanza furono proprio i dubbi che il sistema circostante le Università non stesse rispondendo adeguatamente alle esigenze di tracciamento e controllo atte a contrastare il diffondersi del virus. Un dubbio assolutamente fondato, visto ciò che avvenne fin dai giorni subito successivi all’emanazione di questo atto.
Ciò premesso, avverto la necessità di appellarmi, nel mio ruolo di rappresentante degli studenti, alle SS.VV.Il.me perché, pur consapevole che la curva dei contagi nella nostra regione sia ancora troppo alta da permettere una riapertura frettolosa ed indiscriminata, reputo che non possano essere i luoghi della cultura, della formazione e del sapere a pagare il prezzo più alto di una situazione sanitaria di cui certamente non sono responsabili.
Considero assolutamente necessario che si intervenga oggi su una programmazione attenta ed adeguata della ripartenza, come anche auspicato dal ministro Gaetano Manfredi, affinché una prossima riapertura non debba incorrere nei dubbi e nei rischi in cui si è imbattuta la precedente, vanificando tutti gli investimenti prodotti dagli Atenei.
Non ci battiamo per riaperture incondizionate ed indiscriminate, ma per una programmazione seria ed attenta al fine di garantire che queste siano più durature e prolungate possibile. Per fare ciò è tuttavia necessario conoscere lo stato delle iniziative e delle attività poste in essere dalla Regione Calabria per far fronte adeguatamente alle esigenze di controllo e tracciamento. È infatti impensabile che si intraprenda la discussione sulla riapertura delle Università senza che ciò che vi ruota attorno sia stato opportunamente predisposto per evitare rischi di ogni sorta per la salute degli studenti e, più in generale, dei calabresi.
E dunque nella volontà che non siano gli studenti a fare le spese di eventuali inefficienze di sistema che mi appello a voi, massimi organi istituzionali della nostra Regione, al fine di conoscere le varie azioni messe in campo per scongiurare che una futura ripartenza delle nostre Università possa essere minata da inefficienze sul contact tracing al di fuori delle mura universitarie.
Se a preoccupare non sono, come si è visto, gli accessi alle aule, alle mense o alle residenze, certamente preoccupa, invece, la situazione relativa al servizio di trasporto pubblico di cui centinaia di studenti fruiscono quotidianamente per recarsi nei luoghi di studio. È stato predisposto su questo aspetto un vero e proprio piano strutturale capace di distribuire meglio gli accessi, incrementare il numero di corse e permettere la rintracciabilità dei contatti avuti a bordo del mezzo? Quale soluzione si reputa adottare, data anche l’imminente apertura delle scuole?
È con queste domande che mi appello alle SS.VV.Il.me al fine di cristallizzare in esse una serie di incertezze che affliggono tanti studenti circa il rientro nei luoghi di formazione e studio, certo che troveranno risposta esaustiva nell’interesse di noi studenti e del Diritto allo Studio, ma anche con la proposta di istituire una rete di collaborazione tra Atenei e Regione Calabria al fine di attuare un piano sinergico di gestione dell’emergenza. Potrebbe certamente rilevarsi utile, ad esempio, sviluppare programmi analoghi a quelli ingegnosamente strutturati, in pochissimo tempo, in alcuni nostri Atenei al fine di organizzare, tracciare e contenere un’eventuale diffusione del virus. Le Università potrebbero insegnare anche in questo caso. La nostra regione è in assoluto ritardo, occorre fare presto e ridare speranza a chi della formazione e dello studio vuole viverne pienamente il presente per essere esempio di una terra di opportunità nel futuro. È tempo di trasformare le incertezze in possibilità: gli studenti, e dunque il futuro della nostra meravigliosa Calabria, sono nelle vostre mani».