«È arrivato il tempo in cui la Calabria deve essere conosciuta per il Gaglioppo (vitigno autoctono), come la Toscana per il Chianti; conosciuta per la patata della Sila, come il Piemonte per il Ttartufo di Alba; conosciuta per il bergamotto e le clementine, come la Sicilia per le arance. Mutuare le migliori e consolidate esperienze dell’agroalimentare Made in Italy significa applicare una rivoluzione che deve partire dal basso, dai calabresi. Quando facciamo la spesa, quando andiamo al ristorante, quando dobbiamo fare un regalo, scegliamo prodotti ed eccellenze calabresi». È quanto ha dichiarato Tommaso Greco, area marketing e relazioni esterne de iGreco, intervenendo nei giorni scorsi nel corso di uno dei diversi momenti di dibattito previsti dalla tre giorni del 1° Salone del gusto, dei sapori e degli alimenti, la manifestazione rivolta al settore eno-agro-alimentare, tenutosi a Cosenza.

Il Salone del gusto a Cosenza

Il marketing e la comunicazione nel settore agroalimentare: casi a confronto. È, questo, il tema sul quale insieme a Greco, si sono confrontati, coordinati dal lobbista Lenin Montesanto e da Tommaso Caporale, ideatore dei LabDegusto, Albino Carli, direttore Ppsa Consorzio produttori della Patata della Sila Igp e Antonio Fiamingo e Marco Ciardullo, rispettivamente Strategic Planner e Account Manager Bi Di­fferent.

 

«Non credo di dire una novità – ha sottolineato Tommaso Greco - se evoco la forza, il valore e la potenza quasi magica della comunicazione se questa viene interpretata come strumento di strategia e cambiamento capace di sollecitare tutto l’immaginario narrativo e, lasciatemelo dire, ispirare rotture di senso e significato; ad esempio far cambiare percezione di qualcosa nel momento stesso in cui la si comunica.

In questo senso – ha aggiunto - anche il marketing e la comunicazione, se agganciati a contenuti distintivi, possono contribuire non solo a rafforzare il brand di un prodotto o di un progetto ma anche a trasformare la società. Ritengo che in Calabria – ha proseguito - sia doveroso porre l’attenzione su questo, su una rivoluzione culturale, occorre sdoganare i clichè e partire da un racconto nuovo e diverso, che pone le fondamenta sulla nostra storia, che probabilmente non conosciamo del tutto neppure noi calabresi».

I prodotti made in Calabria

«Quando poi si parla di settore agroalimentare – ha continuato Tommaso Greco – le potenzialità della comunicazione strategica assumono un valore aggiunto innegabile. Perché comunicare un prodotto della terra, della nostra terra non può non significare mettere in campo una capacità narrativa ed emozionale in grado di far condividere lo spirito dei luoghi.

Il nostro claim, ma soprattutto la nostra mission è “il Senso della Calabria” – ha concluso - ed è la sola carta d’identità inconfondibile per aree così ricche di biodiversità come le nostre di poter consolidare ogni ambizione di confronto e competizione sui mercati globali. Sui quali dobbiamo esserci coniugando innovazione, identità e risorse umane».