Come è ovvio le ricerche, specie quelle condotte da prestigiosi ed autorevoli società, come CRIBIS, fotografano dei fenomeni e ci stimolano a comprendere gli aridi numeri, a scavare in profondità per trovare i motivi che generano quelle statistiche.

A nostro parere, ciò che sottende questi numeri (ovvero che solo il 16% delle imprese vibonesi effettua i pagamenti per acquisti di beni e servizi nei termini concordati) è un fenomeno devastante, figlio stesso della crisi che sta ristrutturando il sistema imprenditoriale, eliminando dal mercato imprese eccessivamente fragili o che non hanno saputo cambiare in un mondo che oramai è chiaro a tutti, è profondamente mutato.

Il contesto vibonese, seppure ultimo anche in questa classifica, non è così lontano dai risultati registrati dalle imprese che operano nelle province consorelle, ma risente delle ulteriori inefficienze locali ascrivibili principalmente ai due principali Enti pubblici in dissesto (Provincia e Comune) e ad una sostanziale paralisi del sistema di investimenti/pagamenti dei restanti soggetti pubblici.

Il nostro sistema economico, strettamente legato alla macchina degli investimenti pubblici è rallentato e spesso letteralmente bloccato dalle due “crisi” citate. Nello specifico il sistema dell’edilizia, settore prevalente e motore dell’economia arretrate, come quella calabrese ed in particolare quella vibonese, ha subito nella migliore delle ipotesi un fortissimo rallentamento negli incassi e, purtroppo in molti casi ha accusato perdite legate ai piani di ristrutturazione dei debiti degli Enti.

Fino a quando la politica, in primis quella regionale, non darà vita ad un piano di investimenti e di pagamenti che siano capaci di rimettere in moto il circuito dei flussi di vendita/incassi/pagamenti la nostra economia si avviterà sempre più su se stessa, asfissiando anche la residua quota di imprese che con grande fatica e impegno hanno saputo rinnovarsi e riorganizzarsi. Il nodo è tutto nella capacità di sfruttare al meglio le risorse comunitarie e gestire con competenza e qualità le interlocuzioni tra uffici.  

L’impegno dei decisori politici è fondamentale per drenare le risorse comunitarie ma anche per programmare la gestione del territorio e fornire alle imprese contesti chiari e stabili in cui organizzare la loro attività.

Con un bacino di meno di 2 milioni di abitanti la Calabria deve sostenere il sistema delle imprese nella produzione e nella presenza sui mercati internazionali, ma deve anche (finalmente !?), organizzare efficacemente la macchina burocratica ed amministrativa in modo da garantire almeno una gestione dignitosa del rapporto pubblico/privato.