«Non bastava la prevenzione come vittima principale della pandemia da Covid. Ora in Calabria anche la cura per i malati oncologici diventa (o rimane) un lusso. O per lo meno questa è la percezione del paziente medio in attesa di una Pet nell’hub regionale catanzarese».

Lo afferma in una nota la segretaria regionale di Assotutela in Calabria, Immacolata Teresa Madarena, che aggiunge: «Molte, infatti, sono state le comunicazioni giunte a quest’associazione da pazienti disperati, indirizzati a ricercare, in autonomia, strutture differenti per l’esame diagnostico in quanto il principale riferimento ospedaliero della provincia di Catanzaro non avrebbe potuto più garantire il servizio. Le cause? Le domandiamo al Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto».

La nota prosegue evidenziando che, «a quanto consta, la struttura era in grado di erogare il servizio per mezzo di una convenzione con una struttura extraregionale, per giunta abbastanza recente. La convenzione esiste ancora? Perché il servizio è venuto a mancare?»

Assotutela, in particolare, si chiede «perché un hub regionale non ha autonomia diagnostica». «Si troverà un rimedio o lasceremo i pazienti fare la valigia per continuare con la migrazione sanitaria? I nostri sanitari potranno contare su apparati efficienti o dovranno stare alla mercé delle diatribe politico-economiche? In un contesto quale quello oncologico anche un giorno può fare la differenza e gettare il paziente nell’incertezza non aiuta. A ciò si aggiunga la precaria condizione del tessuto economico-sociale medio calabrese, dove anche la migrazione sanitaria cui si accennava diventa un lusso».