“Il tema della riqualificazione fluviale ha senz’altro, oggi, un ruolo centrale nelle politiche di pianificazione territoriale e di salvaguardia dell’assetto idrogeologico del territorio”.

Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto nel corso del III Convegno nazionale sulla riqualificazione fluviale, promosso dal CIRF (Centro italiano riqualificazione fluviale), che si sta svolgendo a Palazzo Campanella.

“È l’Unione Europea che ci chiede di applicare nuovi principi e best practices nella gestione dei corsi d’acqua, nell’ambito del più ampio progetto Natura 2000.Una rete ecologica inserita nel programma Habitat dell’UE che si occupa a livello europeo della tutela delle biodiversità, anche con il supporto del ministero dell’Ambiente” - ha ricordato nel suo intervento Nicola Irto.

“I fiumi sono, dunque, al centro delle politiche europee e nazionali e certamente la Calabria deve occuparsi con particolare attenzione di una tematica che è di interesse strategico, in primis per l’incolumità della cittadinanza, respingendo approcci localisticiche in passato spesso hanno dato esiti infelici”.

“Oggi, l’attuale modello di governo dei fiumi e delle aree/funzioni ad essi connesse manifesta diverse criticità. La nostra regione ha vissuto, anche in tempi recentissimi, il problema del dissesto idrogeologico, penso a Rossano e Corigliano, ad esempio, e siamo tutti consapevoli - ha commentato il presidente Irto - che tali fenomeni derivano non tanto da eventi naturali, quanto dallo scarso controllo del territorio e dell’uso del territorio. Una natura che si ribella, insomma, di fronte all’edificazione selvaggia, ai margini dei torrenti, di fronte all’utilizzo dei corsi fluviali come discariche illegali”.

“I circa duecento corsi d’acqua calabresi hanno un ruolo di connessione ecologica e di collegamento socio-culturale tra le comunità locali dislocate nel territorio.Oggi, la loro funzione, e in particolare delle fiumare, è sensibilmente mutata - come dimostrano i continui stravolgimenti degli alvei ricoperti, tombinati, sconvolti, cancellati - né tantomeno gli strumenti di settore hanno saputo cogliere e valorizzarne il ruolo unico e insostituibile”.

“Serve l’adozione di strategie integrate di governance fluviale, in grado di favorire l’implementazione di misure concepite a scala di bacino idrografico e altresì di sostenere uno sviluppo socio-economico equilibrato e sostenibile delle comunità interessate”.

“Durante la mia presidenza alla guida della IV Commissione, tra i primi risultati conseguiti, c’è stata l’approvazione con parere unanime dei Contratti di fiume, che ora attendono il definitivo via libera dell’Assemblea.L’avvio di questo importante strumento in Calabria creerà i presupposti per superare lo stallo istituzionale che tipicamente affligge le politiche di settore, favorendo anche l’attivazione di misure integrate di governo del territorio (strutturali e non strutturali) attraverso la collaborazione ed il coinvolgimento degli attori locali.Credo che questo sia l’indirizzo verso il quale - ha concluso il presidente Nicola Irto - anche la nostra Regione debba muoversi, a tutela delle acque calabresi e del territorio tutto”.