Gli scienziati invitano a una copertura totale per frenare mutazioni ancora più pericolose della variante Delta. Il virologo Broccolo: «Necessario anche continuare a utilizzare le misure di prevenzione»
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Primi risultati sull'efficacia della terza dose. Arrivano da Israele, che ieri ha toccato il record degli ultimi 6 mesi con oltre 8mila infezioni in 24 ore. E proprio mentre gli Usa hanno dato il via libera dopo 8 mesi dalle precedenti dosi. La terza di somministrazione del vaccino Pfizer, ad una settimana o più dall' inoculazione, protegge all'86% gli over 60 contro il virus Sars-CoV-2.
Lo studio condotto dal Maccabi, la maggior cassa mutua di Israele dove oltre 1 milione di persone ha avuto il booster dopo la doppia immunizzazione, ha comparato quasi 150mila persone al settimo giorno dalla terza dose, con oltre 675mila individui - distinti per età, genere, stato sociale e gruppo di popolazione - con solo 2 dosi tra gennaio e febbraio 2021, 5 mesi prima. Nel primo gruppo a diventare positivi sono stati in 37, mentre nel secondo 1.064.
«L'efficacia di tre dosi di vaccino - ha spiegato la dottoressa Anat Ekka Zohar che ha diretto lo studio - è fortemente protettiva sia contro l'infezione sia contro la malattia grave».
Con la terza dose, ha detto il premier israeliano Naftali Bennet, «supereremo la variante Delta». «Il lockdown è l'ultima opzione». E domani il governo discuterà di abbassare agli ultra 40 la soglia di età per la terza dose.
Intanto gli scienziati invitano in modo energico a una «copertura totale» per frenare mutazioni più pericolose della variante Delta dopo la «prima prova» che «il tasso di copertura della vaccinazione è inversamente correlato» alla frequenza della mutazione di questa variante e dopo aver osservato che i dati «indicano con forza che la vaccinazione piena anti Covid-19 è cruciale per sopprimere le mutazioni emergenti».
Alla luce di questi dati, osservano i ricercatori, relativi a 16 Paesi compresa l'Italia e raccolti da Ting-Yu Yeh e Gregory Contreras, dell'Università del Maryland (disponibili online sulla piattaforma medRxiv, che accoglie gli articoli in attesa di revisione da parte della comunità scientifica), «la vaccinazione globale, ossia della popolazione mondiale, è decisiva per prevenire la trasmissione del virus, ed è necessario continuare ad adottare le strategie di mitigazione e la sorveglianza genomica».
Per il virologo Francesco Broccolo, dell'Università di Milano Bicocca, i risultati della ricerca sono importanti, innanzitutto perché «nei Paesi in cui si vaccina di più si riducono le possibilità che il virus arrivi a mutazioni più pericolose». È vero inoltre, ha aggiunto l'esperto, che «la strategia di vaccinazione da sola non basta: è necessario anche continuare a utilizzare le misure di prevenzione, come indossare la mascherina e adottare il distanziamento. Sono tutte forme forti di riduzione del virus».
Questo è vero, prosegue Broccolo, soprattutto considerando che i dati più recenti sull'efficacia dei vaccini anti Covid-19, pubblicati sul New England Journal of Medicine, indicano una copertura dell'88%.
Per quanto riguarda l'Italia il matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le applicazioni del calcolo “Mauro Picone” del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) ha calcolato un calo della media settimanale del numero di dosi somministrate al giorno, che, «dopo essere stata per sei settimane compresa tra 530.000 e 550.000, nelle ultime tre settimane è scesa a 485.000, 400.000 e 270000 della scorsa settimana».
Sono 81.310.918 le dosi di vaccino anti-Covid distribuite alle Regioni, secondo il report ufficiale del Governo e del Commissario Straordinario. Fino alle 17 di oggi ne sono state somministrate 74.410.111 pari al 91,5% del totale. L'incremento nelle ultime ore è stato di circa 4 milioni di dosi arrivate in più. Complessivamente sono stati distribuiti 57.245.277 vaccini di Pfizer/BioNTech, 10.083.667 di Moderna, 12.023.280 di Vaxzevria (AstraZeneca) e 1.958.694 di Janssen.