Secondo l'opinione della Corte di Cassazione francese gli Stati devono riconoscere legalmente la madre adottiva. Dura la replica di Simone Pillon: «Noi non arretriamo di un passo»
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«Facciano pure le sentenze che vogliono, ma in Italia l'utero in affitto rimarrà un abominio, un reato gravissimo. Non si arretra di un passo. Con le elezioni di maggio possiamo restituire un'anima all'Europa e fermare simili orrori».
Così ribatte dalla propria pagina facebook il senatore leghista Simone Pillon che si scaglia contro la sentenza della Corte di Strasburgo sull’utero in affitto.
Utero in affitto: l’opinione della Corte di Strasburgo
Nei casi di gestazione per 'conto terzi', gli Stati devono riconoscere legalmente, in nome dell'interesse del minore, il legame genitore-figlio con la madre intenzionale (non biologica) indicata come 'madre legale' nei certificati di nascita di altri Paesi. Per farlo gli Stati possono utilizzare la procedura dell'adozione. Questa l'opinione pubblicata ieri dalla Corte di Strasburgo su richiesta della Corte di Cassazione francese.
Nell'opinione la Corte dice che il mancato riconoscimento legale di un legame tra il minore nato all'estero dalla gestazione per altri e la madre intenzionale, quindi non biologica, ha un impatto negativo su diversi aspetti del diritto al rispetto della vita privata del minore. Nonostante la Corte riconosca che altre considerazioni possono pesare sfavorevolmente su questo riconoscimento, allo stesso tempo osserva che il miglior interesse del minore richiede anche l'identificazione legale delle persone responsabili per la sua crescita e il suo benessere.
Non vincolante per lo Stato
L'opinione della Corte di Strasburgo non è vincolante per lo Stato, ma fornisce l'interpretazione sull'applicazione della Convenzione europea dei diritti umani a un caso concreto. Nel caso specifico l'opinione è stata adottata all'unanimità da 17 giudici che hanno composto la Grande Camera costituita appositamente