Tensione alle stelle nella maggioranza dopo lo stop alla mozione dei cinquestelle contro la Tav. In serata a Palazzo Chigi si è tenuto un colloquio tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini che oscilla tra il voto anticipato, a questo punto a ottobre, e il cambio della guardia alle poltrone ministeriali pentastellate. La richiesta di Salvini ha, però, una scadenza: Conte dovrà decidere entro lunedì o si prospetta la crisi.

 

Nel colloquio con il premier Conte il leader leghista, secondo quanto viene riferito, avrebbe posto le proprie condizioni per andare avanti: una rivoluzione nel governo, in cui detta al premier nomi e cognomi degli “indesiderati” e un “contratto” rivisto e corretto in salsa leghista,, quando alle 19 varca il portone di Palazzo Chigi, al termine di una giornata sull’orlo del baratro gialloverde sulla scia della bocciatura della mozione no-Tav dei grillini.
Il leader del Carroccio, in un discorso vis a vis dai toni abbastanza tesi, consiglia al premier di non arrischiarsi neanche ad avviare un'impresa impervia come quella di scrivere, da separati in casa, la prossima manovra.

 

Salvini detta le condizioni per continuare

Fonti parlamentari leghiste - secondo quanto riporta l’Ansa - ipotizzano  le urne il 6 o il 13 ottobre. Ma in casa M5s, dove le ansie crescono con il passare delle ore, è a un rimpasto che ci si prepara.

In particolare, il leader della Lega punterebbe alla sostituzione del ministro alle Infrastrutture, bocciato in Aula dal Sì alla Tav, Danilo Toninelli. Nel mirino anche Giulia Grillo, Elisabetta Trenta e Sergio Costa. Ma è a qualcosa di più che sembra puntare il ministro dell'Interno: un cambio radicale nel governo. Secondo alcune fonti, chiederebbe anche di sostituire il ministro Giovanni Tria, che si è mostrato troppo sensibile alle ragioni delle regole di bilancio Ue.

 

«Non è più il momento dei no»

«Se c'è qualche problema da risolvere va risolto in fretta, se va fatta una scelta va fatta netta e chiara, gli italiani non possono aspettare i litigi perenni», ha sottolineato ieri sera Salvini in un comizio a Sabaudia. «Dobbiamo fare in maniera veloce, compatta, energica, coraggiosa quel che vogliamo fare. Tutti al tavolo delle parti sociali ci han chiesto dei Sì, coraggio e investimenti. Non è più il momento dei No, dei forse, dei dubbi», ha aggiunto. Tra le riforme da fare, il ministro leghista ha citato in primis quella della giustizia e ha poi sottolineato: «Non si possono garantire reddito di cittadinanza a tutti e salario minimo, prima bisogna dare lavoro, creare ricchezza, sennò cosa ridistribuisci?».