Il trapianto di Alex è riuscito, il piccolo è finalmente fuori pericolo

Il bambino, affetto da una rara malattia genetica, verrà dimesso dall'ospedale Bambino Gesù nelle prossime ore. Il direttore del dipartimento di oncoematologia afferma: «Verrà strettamente controllato. Per ora non possiamo che esserne felici»

di Redazione
24 gennaio 2019
12:47
Il piccolo Alex
Il piccolo Alex

Alex è salvo. Grazie al papà e ai medici dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Dopo un mese dall'intervento, il trapianto di cellule staminali emopoietiche da genitore cui è stato sottoposto è riuscito e il percorso trapiantologico si è concluso positivamente. «Le cellule del padre, manipolate e infuse nel bambino - afferma l'ospedale - a distanza di un mese dal trapianto hanno perfettamente attecchito».

 


L'intervento riuscito

Il piccolo era affetto da Linfoistiocitosi Emofagocitica (Hlh), trasferito a fine novembre al Bambino Gesù di Roma, dall'Ospedale Great Ormond Street di Londra. Lo scorso 20 dicembre è stato sottoposto al trapianto di cellule staminali emopoietiche. Nell'arco delle 4 settimane successive al trapianto «non si sono registrate complicanze, né sul piano infettivo, né - precisano i medici - sul piano del rigetto, il problema principale per situazioni di questo tipo». Alla luce di queste evidenze, sottolinea il Bambino Gesù, «il percorso trapiantologico può dirsi concluso positivamente». Anche la somministrazione del farmaco salva-vita (emapalumab), che teneva sotto controllo la malattia regolando le reazioni del sistema immunitario, è stata sospesa la scorsa settimana». 

 

Locatelli (Bambino Gesù): «soddisfatti percorso trapianto Alex»

Franco Locatelli, direttore del dipartimento di oncoematologia e terapia cellulare e genica dell'ospedale Bambino Gesù di Roma ha affermato: «Siamo soddisfatti del percorso trapiantologico del bambino, che al momento è stato perfetto e siamo felici per l'evoluzione di questa vicenda così complessa». Sottolinea il Bambino Gesù: «Si apre ora una nuova fase, che come in tutti questi casi prevede visite di controllo in Day Hospital con frequenza inizialmente settimanale e poi, via, via, sempre più distanziata». Locatelli afferma che «nelle prossime settimane i rischi ai quali i pazienti di questo tipo possono andare incontro dopo la dimissione sono principalmente legati allo sviluppo di complicanze infettive. Per questa ragione il bambino verrà strettamente controllato con periodiche visite presso il nostro reparto di Day Hospital». Conclude Locatelli: «Doverosamente premessa questa nota di cautela non possiamo che essere, allo stato attuale, felici per l'evoluzione di questa vicenda così complessa».

 

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