Traffico di droga in Sicilia, tre arresti. Sarebbero legati a Messina Denaro

I fermati, secondo gli inquirenti palermitani, avrebbero importato grosse quantità di hashish sulla rotta Marocco-Spagna-Italia

di Redazione
13 novembre 2019
09:55

Tre persone sono state arrestate nell'ambito di un'inchiesta della Procura distrettuale di Palermo su una associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti che ha operato sotto l'egida di Cosa nostra siciliana e all'ombra del superlatitante Matteo Messina Denaro.

L'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari è stata eseguita da carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani e da militari del Gico del nucleo di Polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Palermo. Sono in corso in tutto il territorio nazionale decine di perquisizioni, che vedono impiegati oltre 100 militari dell'Arma e delle Fiamme gialle, supportati da unità cinofile, e riguardano abitazioni e luoghi nella disponibilità degli indagati.


Gli arrestati

Gli arrestati sono l'ex avvocato Antonio Messina di 73 anni, finito ai domiciliari per ragioni d'età; Giacomo Tamburello, di 59 anni, e Nicolò Mistretta, di 64. Questi ultimi due sono andati in carcere. I fermati sono tutti originari di Campobello di Mazara e con numerosi precedenti per traffico di droga. Secondo gli inquirenti avrebbero importato grosse quantità di hashish sulla rotta Marocco-Spagna-Italia.

Sequestro di ingenti carichi di stupefacente

Numerosi i sequestri effettuati a partire dal 2013: in particolare oltre 240 chilogrammi di droga, destinati alle piazze milanesi dello spaccio, furono intercettati a Carate Brianza; un'altra "partita" di 180 chili fu ceduta a clienti di origine calabrese, mentre un carico di sessanta chili fu sequestrato nel 2015 in Toscana. La vendita della droga avrebbe fruttato sul mercato al dettaglio circa un milione e mezzo di euro.

«Messina Denaro a Trapani»

Il boss latitante Matteo Messina Denaro, indicato semplicemente come «Iddu», potrebbe essersi fatto accompagnare alla stazione di Trapani a bordo di una Mercedes da uno dei suoi favoreggiatori. Gli investigatori del Ros e della Guardia di Finanza hanno infatti captato durante una intercettazione una frase sussurrata a bassa voce dal figlio di un mafioso palermitano che farebbe riferimento proprio al boss ricercato: «Iddu veniva a Trapani». «Sì, iddu, lo accompagnava Mimmo alla stazione». Con una Mercedes. Mimmo, secondo gli inquirenti, sarebbe Mimmo Scimonelli, uno dei fedelissimi del superlatitante. Gli inquirenti hanno intercettato l'avvocato Antonio Messina, anziano massone radiato dall'albo per i suoi precedenti, mentre parlava con Giuseppe Fidanzati, che risulta solo indagato. Si tratta di uno dei figli del boss dell'Acquasanta, Gaetano Fidanzati, oggi deceduto, che aveva fatto di Milano la base operativa dei traffici di droga. In particolare Fidanzati ricordava di un incontro avvenuto alla stazione di Trapani con «Iddu» (lui ndr) che si era fatto accompagnare a bordo di una Mercedes da un certo «Mimmu». E ‘iddu’ secondo il Ros sarebbe proprio Messina Denaro  

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