Soccorsa nel canale di Sicilia, era a bordo di un natante partito da Sfax in Tunisia insieme ad altre 45 persone. È stata tratta in salvo dal veliero Trotamar III della Ong Compass collective e sbarcata al molo commerciale di Lampedusa
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La bimba salvata in mare nel Canale di Sicilia
Una bambina di 11 anni è stata soccorsa in mare, nel Canale di Sicilia, dal veliero Trotamar III della Ong Compass collective. La barca di metallo sulla quale viaggiava, partita da Sfax in Tunisia, sarebbe affondata tre giorni fa, l'8 dicembre. La piccola è sbarcata all'alba al molo commerciale di Lampedusa. Da quello che i soccorritori sono riusciti a capire, la bambina è originaria di Sierra Leone. Sarebbe l'unica sopravvissuta del naufragio. Erano partiti in 45. La barca, secondo il racconto fatto dalla bambina è affondata a causa di una tempesta.
Il veliero della Ong Compass collective era in zona per un altro intervento, alle 3.20 della notte. La bimba si teneva a galla grazie a una camera d'aria e a un giubbotto di salvataggio. Gli attivisti di Compass Collective hanno sentito le sue grida in acqua.
Il Trotamar III, è un veliero di 13 metri con un equipaggio formato da sei persone addestrato a salvare vite in mare: Toki, Alex, Olli, Friedrich, lo skipper Matthias e la co-skipper Ina. A bordo ci sono 230 giubbotti di salvataggio. Il veliero è della Ong Compass Collective in motion ed è stato messo in mare quest'anno per assistere le imbarcazioni di migranti in difficoltà. «Siamo un piccolo gruppo di attivisti del Wendland, una regione della Bassa Sassonia, in Germania. Dopo 40 anni di lotta contro un deposito di scorie nucleari a Gorleben, inviamo la nostra barca con un equipaggio internazionale per supportare il salvataggio in mare» scrive la Ong sul proprio sito.
La bimba viaggiava con il fratello, ora disperso
«Ho parlato con lei, era tranquilla. Mi ha ringraziato. Ad alcuni medici del poliambulatorio ha raccontato che viaggiava con lei, in quella barca, anche il fratello, che pero risulta disperso insieme agli altri 44 migranti». Lo ha detto il responsabile del poliambulatorio di Lampedusa, il dottore Francesco D'Arca, all'Ansa, in merito alla bambina sopravvissuta al naufragio. «Le sue condizioni generali di salute sono buone. La bambina ha lasciato il Poliambulatorio e sta raggiungendo l'hotspot dell'isola. Ha effettuato un colloquio psicologico» conclude D'Arca.
«Era molto stanca»
«Sono andata a trovarla in mattinata, al Poliambulatorio, non appena ho saputo che era sbarcata a Lampedusa. Era tranquilla, mi aspettavo di trovarla molto più spaventata, ma è solamente molto, molto, stanca. Mi ha raccontato che proviene della Sierra Leone». Lo dice all'Ansa Francesca Saccomandi, volontaria di Mediterranean Hope, che stamattina ha fatto visita alla bambina di 11 anni salvata dal veliero Trotamar III. «La bambina – aggiunge - era avvolta in una coperta termica. Le ho lasciato un piccolo kit che doniamo ai bambini che giungono sull'isola: uno zainetto di tela con all'interno un album da colorare e dei colori. Lei mi ha ringraziato. Poi ci siamo salutate e mi ha detto che avrebbe riposato, era un pò stanca», conclude Saccomandi.
Soccorsi 5 barconi con 356 migranti a Lampedusa
Sono 356 i migranti sbarcati durante la notte, a Lampedusa. Cinque, una delle quali con 111 persone a bordo, le barche soccorse dalle motovedette della capitaneria, della Guardia di finanza e dell'assetto Frontex. Sul primo barcone, salpato da Sabratah in Libia, c'erano appunto 111 (di cui 13 donne e 11 minori) egiziani, eritrei, pakistani, siriani, sudanesi e somali. Sugli altri, da un minimo di 45 a un massimo di 87 bengalesi, siriani, marocchini, sudanesi e iraniani. Stando a quanto riferito dai 5 gruppi di migranti, i porti di partenza erano tutti in Libia.
Altri 3 sbarchi a Lampedusa, 508 in hotspot
Altri 153 migranti sono giunti a Lampedusa dopo che le motovedette dell'assetto Frontex e della guardia di finanza hanno soccorso altri 3 barchini salpati da Ras Agedir e Zuara in Libia. A bordo, due gruppi da 47 sedicenti egiziani, siriani, pakistani, bengalesi ed iracheni e uno da 59 (5 donne e 3 minori) egiziani, pakistani e siriani. Anche loro dopo lo sbarco a molo Favarolo sono stati portati all'hotspot di contrada Imbriacola che fino ad ieri era deserto e dove adesso si trovano 508 ospiti.