Ucciso dal patrigno a soli 8 anni, le maestre sapevano e non hanno parlato

Un velo di omertà sulla storia del piccolo Giuseppe, ucciso dal compagno della madre a Cardito. Ecco cosa emerge dalle intercettazioni 

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di Redazione
19 aprile 2019
10:57

Ucciso a botte dal compagno della madre, così si spense lo scorso 27 gennaio il piccolo Giuseppe di soli 7 anni a Cardito, in provincia di Napoli. Ma la storia, di per sé tragica, ha risvolti ancora più shoccanti, rifiniti di omertà e indifferenza.

«Subivano violenze e abusi ma nessuno parlava»


I piccoli, figli di Valentina Casa anche lei arrestata nei giorni scorsi, subivano continuamente violenze e maltrattamenti da parte di Tony Essobti, 24enne di origini italo-tunisine e compagno della donna. Calci e pugni, escoriazioni e abusi, ogni giorno Giuseppe e la sorella di 8 anni si presentavano a scuola con evidenti segni di violenze, ma dall’istituto nessuna segnalazione a chi di competenza. Anche sulla sorella più piccola di soli 4 anni sono state esaminate tracce di percosse.



A scuola con i lividi


Le maestre si erano accorte delle violenze subite dai bambini, tant’è che un giorno hanno potuto vedere sul collo del piccolo Giuseppe segni di escoriazioni riconducibili a un tentato strangolamento.
Le intercettazioni sono chiare, le maestre hanno ammesso durante alcune conversazioni di non aver agito per tempo e con le dovute accortezze, segnalando in maniera superficiale e ritardataria l’accaduto alla preside. «Non è che non si poteva fare niente... non abbiamo fatto niente». Le maestre stilarono un’unica relazione, indirizzata alla preside solo dopo aver visto la sorella maggiore di Giuseppe con un lobo tagliato, nonostante le continue tumefazioni con cui i bambini si sono presentati a scuola nei giorni precedenti. L’esposto è rimasto in segreteria a giacere fino al suo recupero 10 giorni dopo la tragedia da parte della polizia. Un atto di omertà e un fatto trattato con ilarità dalle due maestre, che denominavano Giuseppe scimmiettella perché si buttava sempre per terra.

Il bambino aveva sovente tumefazioni sul volto: «Tutti i giorni venivano con questo volto tumefatto… l’altro giorno ci mancava un pezzo di orecchio alla creatura… vedesti? Cardito, il creaturo, la creatura è tumefatta… ecco… quello la uccideva di palate». Continuano nelle intercettazioni. Una tragedia che si poteva evitare, ma in cui nessuno ha alzato un dito per difesa di bambini troppo piccoli per opporsi con le proprie forze.
Intanto la posizione della preside è al vaglio della Procura e del ministro dell'Istruzione, Marco Bussetti, che ha inviato gli ispettori presso l'istituto Quasimodo.

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