“Disegnatore, scrittore, regista e operatore culturale. Anima inquieta della sinistra marxista”. Così si presentava nel suo blog Sergio Staino, 83 anni, vignettista, creatore del personaggio Bobo ed ex direttore del quotidiano politico l'Unità, morto oggi (21) in ospedale a Firenze dopo essere stato ricoverato dovuto a una lunga malattia.

Nato a Piancastagnaio (Siena) e vissuto a Scandicci, alle porte di Firenze, Staino era anche giornalista, architetto, regista e insegnante di educazione tecnica: un talento poliedrico la cui tenace matita ha illustrato, sempre con uno sguardo ironico, più di 40 anni della storia e della politica italiana.

Per tanti, il vignettista sarà ricordato come il “papà” di Bobo, il suo personaggio più famoso, comparso per la prima volta sul mensile di fumetti Linus, nel 1979, per presto migrare alle pagine del quotidiano del Pci fondato da Antonio Gramsci, nel 1982. Bobo, prototipo dell'italiano medio pensante, lavoratore, di sinistra e disilluso padre di famiglia, è passato velocemente tra le pagine di diversi quotidiani e riviste, dove spesso commentava i fatti del giorno in modo incisivo.

Una specie di alter ego di Staino, «Bobo nacque, come spesso accade, per disperazione», raccontava lui. «Ero un uomo inquieto, in crisi. Cercavo che cosa fare da grande. Bobo è un arrabbiato, disilluso, romantico, democratico, di sinistra», ha detto, in diverse interviste. Il personaggio si assomigliava anche fisicamente al suo creatore: con sovrappeso e barba, e nella testa mille incertezze di fronte a un mondo che è cambiato tante volte.

Bobo e la sua moglie Bibi, i figli Ilaria e Michele, il compagno brontolone Molotov e altri personaggi hanno raccontato le debolezze, la perplessità e i sogni di una classe di cittadini lungo quasi tre generazioni davanti alle diverse transizioni subite dalla politica italiana, in particolare dalla sinistra, nelle ultime decade.

«Molti lettori diranno 'Bobo sei tutti noi'», ha scritto Umberto Eco, «altri proveranno rispetto per questo idealista che tenta sempre di risalire al suo paradiso disabitato. In ogni caso il messaggio di Bobo è: abbiate il coraggio di dirvi disperati, abbiate l'orgoglio testardo di essere dei perdenti. La vittoria non è un fine ma solo un doloroso e onesto stato d'animo.»

Vita lavorativa

Staino è stato collaboratore tra il 1980 e il 1981 della pagina culturale del quotidiano Il Messaggero. Nel 1982, è diventato vignettista dell’Unità – di dove poi è arrivato anche a direttore, nel 2016. Nel 1986 ha anche fondato e diretto il settimanale satirico Tango. Per anni, ha collaborato con Rai3, dove nel 1987 ha diretto la rubrica Teletango e, nel 1993, firmato il programma satirico Cielito Lindo.

Nel 2007 Staino ha realizzato “Emme, periodico di filosofia da ridere e politica da piangere", supplemento settimanale dell'Unità, continuando anche le collaborazioni con televisione, cinema e teatro. Ha collaborato anche con Avvenire, La Stampa e Atlante, il magazine online di Treccani.it.

Le reazioni e i saluti

Tante sono state le reazioni del mondo della politica e della cultura alla scomparsa del vignettista. «Anche le matite migliori si consumano. Addio Sergio», l’ha salutato così il vignettista, scrittore, opinionista e attore Vauro Senesi, con una vignetta che mostra una matita ormai corta per essere stata troppo temperata.

«Volevo bene a Sergio Staino. Era non solo un grande artista ma anche una persona buona e profonda. RIP», ha scritto sui social il leader di Azione Carlo Calenda. 

«E' stato un intellettuale che con l'ironia, l'intelligenza e la matita ha segnato un pezzo importante dell'immaginario della sinistra. Siamo tutte e tutti cresciuti con le sue vignette, i suoi personaggi, le sue battute fulminanti. Ci mancherà moltissimo e faremo in modo che nelle prossime settimane e nei prossimi mesi la comunità democratica lo ricordi con il grande affetto che a lui ci lega. Ai suoi cari e alle persone che gli hanno voluto bene e hanno lavorato con lui vanno le nostre più sentite condoglianze», ha scritto in una nota la segretaria del Pd Elly Schlein

Anche il presidente della regione Toscana, Eugenio Giani, ha lasciato il suo saluto al vignettista: «Ci lascia oggi un grande toscano, anima di un talento senza pari. Uomo straordinario che con le sue vignette ci ha coinvolto, divertito e fatto riflettere. Il babbo di 'Bobo', ex direttore de l'Unità, riferimento insostituibile d'opinione per tutto il mondo progressista. Lascia un grande vuoto nel mondo della satira e in tutti noi.»

E il sindaco di Firenze, Dario Nardella, su Facebook, ha porto le condoglianze alla famiglia di Staino: «Caro Sergio Staino, pensavamo che tu e Bobo foste immortali! Firenze perde un grandissimo professionista che tramite la sua matita ci ha fatto riflettere e sognare. Io perdo un amico con cui fin dai miei primi passi nella politica mi sono sempre confidato. Alla moglie Bruna, quella Bibi che spesso lui ha definito la sua forza e il suo valore aggiunto, ai figli Ilaria e Michele, e alla bella comunità di Scandicci, vanno le più sentite condoglianze della città e il mio abbraccio personale.»