Il presidente della Repubblica ha parlato alla stampa nella tradizionale Cerimonia del Ventaglio al Quirinale: «Dobbiamo creare strumenti nuovi per prevenire e attenuare i terribili fenomeni che stiamo vivendo»
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È un secco rifiuto del negazionismo climatico, che in questi giorni di incendi che hanno lambito città e siti archeologici, caldo tropicale e nubifragi che hanno devastato le regioni del Nord, ha trovato spazio sui giornali e nelle trasmissioni televisive del pomeriggio, ma anche nelle parole di parlamentari ed esponenti del Governo che continuano ad alimentare folli teorie del complotto. È estate, dicono, e in estate fa caldo, in estate c’è sempre stata la grandine. Discussioni sorprendenti, le ha bollate il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ieri al Quirinale, dove ha parlato ai giornalisti nella tradizionale cerimonia del Ventaglio.
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«In questo periodo l’Italia ha vissuto eventi terribili, legati palesemente alle conseguenze del cambiamento climatico. Di fronte alle drammatiche immagini di quel che è accaduto, a Nord come al Centro e nel Meridione, tante discussioni sulla fondatezza dei rischi, sul livello dell’allarme, sul grado di preoccupazione che è giusto avere per la realtà che stiamo sperimentando appaiono sorprendenti».
È il presidente della Repubblica che, come sempre più spesso accade, deve rimettere in riga la conversazione e limitare i danni delle uscite infelici e pericolose dei politici, che in questi mesi sono riusciti a tirare fuori cose come “integralismo ambientalista”, “fanatismo ultra-ecologista” o “ambientalisti da loft”.
«Occorre assumere la consapevolezza che siamo in ritardo» ha detto invece Mattarella «Occorre agire, da una parte cercando di incrementare l’impegno per la salvaguardia dell’ambiente e per combattere le cause del cambiamento climatico: sappiamo che sarà un impegno difficile su scala globale i cui effetti vedremo nel tempo. Dall’altro lato, è necessario operare per contenere già oggi gli effetti dirompenti di questi cambiamenti, predisponendo strumenti nuovi e modalità di protezione dei territori. Dobbiamo creare strumenti nuovi che consentano di prevenire e attenuare i fenomeni che stiamo vivendo. Serve la solidarietà, che ci tiene insieme, per interventi tempestivi per sostenere i danni subiti e ricostruire».
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«Tantissime persone si sono date da fare, ragazzi e ragazze che con straordinaria forza d'animo spalavano il fango e soccorrevano chi aveva bisogno di aiuto» ha continuato il Capo dello Stato, parlando delle alluvioni che hanno colpito in questi mesi il Nord Italia «La forza che tiene unite le nostre comunità è questa generosa disponibilità a esserci e a fare la propria parte a sentirsi responsabili. I care, come diceva don Milani, fare la propria parte».