«In questi ultimi giorni di agosto mi è arrivata una lettera in cui mi dicono testuale: "Se non la smetti di attuare la politica di genocidio nei confronti del Sud, con la nostra potenza di fuoco noi ti uccideremo. Siamo la mafia, non ci costa niente uccidervi"». Lo scrive in un post sulla sua pagina Facebook Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali e le Autonomie.

«Io non ho paura delle minacce, non mi spavento e vado avanti fino a quando non avrò realizzato l'autonomia regionale – aggiunge –. E poi dopo andrò a fare il pensionato sul mio trattore».

I messaggi di solidarietà

La notizia rimbalza di social in social e da Twitter il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto fa subito arrivare la sua «piena solidarietà al ministro Roberto Calderoli per le gravi minacce di cui è stato oggetto in queste ultime ore».

E conclude: «Ogni forma di violenza e intimidazione va sempre respinta e condannata con forza. In democrazia vince sempre il dialogo e il confronto tra idee anche diverse».

Così anche il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso: «Esprimo vicinanza e solidarietà al ministro Roberto Calderoli per le minacce pervenutegli. Tuttavia, mentre è bene prestare la massima attenzione ad ogni gesto intimidatorio, al contempo è auspicabile che il dibattito politico, anche quando include una vivace diversità di vedute, respinga ogni intolleranza e non conceda spazio al linguaggio dell’odio». 

«Desidero esprimere al ministro Calderoli la mia personale solidarietà e quella del capoluogo di regione tutto, per la lettera intimidatoria che gli è stata indirizzata. Al di là della forma delirante dello scritto, resta la violenza delle intenzioni, che la nostra comunità respinge con la più assoluta fermezza; quella fermezza che deriva dalla nostra cultura più antica, improntata allo spirito dell'accoglienza e al rispetto dell'altro». Lo afferma il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita.

«È un fatto che le nostre idee politiche siano divergenti rispetto a quelle del ministro – prosegue – così come è un fatto che la sua riforma sull'autonomia differenziata ci vede su posizioni fortemente critiche. Ma questo non può far venire meno in alcun modo quel principio di civiltà cui deve rigorosamente attenersi qualsiasi confronto, specie se politico e dunque rappresentativo di una comunità di individui».

«Calderoli sappia – conclude Fiorita – che sarà sempre il benvenuto a Catanzaro, in quel Sud che non ama le contrapposizioni e lo scontro ma chiede semplicemente parità di condizioni all'interno del nostro Paese e sempre in nome della democratica e civile convivenza».