VIDEO | L’attacco è avvenuto a Mariupol ed è stato denunciato dal governo ucraino che lancia l’ennesimo appello all’Europa e alla Nato per una no fly zone
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Un raid aereo avrebbe distrutto un ospedale con reparti maternità e pediatrici a Mariupol, citta ucraina sottoposta a pesanti bombardamenti. «Mariupol. Attacco diretto delle truppe russe all'ospedale di maternità. Persone e bambini sono sotto le macerie. Bambini sotto le macerie. Che atrocità! Per quanto ancora il mondo sarà complice ignorando il terrore? Chiudete i cieli adesso. Fermate le uccisioni! Avete il potere di farlo ma sembra che stiate perdendo l'umanità». Lo ha scritto su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, pubblicando un video della distruzione provocata dal raid russo denunciato da Kiev su un nosocomio di Mariupol.
1170 persone morte a Mariupol
Quanto accaduto è stato anche riferito su Facebook dal capo dell'amministrazione militare regionale di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, citato da Ukrinform, mostrando in un filmato le immagini dei detriti. La città è sotto attacco continua, sottolinea il vicesindaco di Mariupol, Sergiy Orlov, secondo quanto riporta il Guardian. Orlov ha parlato di 1170 persone uccise, 47 sepolte oggi in una fossa comune.
Mariupol è una città dove non c'è più acqua, riscaldamento, elettricità, gas, con i residenti che bevono neve e bruciano legna: Tutto ciò «è medievale», ha detto. «La Russia - ha detto ancora il ministro degli Esteri ucraino Kuleba - continua a tenere in ostaggio oltre 400.000 persone a Mariupol, blocca gli aiuti umanitari e l'evacuazione. Continuano i bombardamenti indiscriminati. Quasi 3.000 neonati mancano di medicine e cibo. Invito il mondo ad agire! Costringa la Russia a fermare la sua barbara guerra contro civili e bambini!».
Il ministro degli esteri ucraino Dmitry Kuleba ha detto di non avere grandi aspettative sugli incontri di domani in Turchia con l'omologo russo Serghei Lavrov. «Ci stiamo preparando ai colloqui con la controparte russa, il ministro Lavrov. Si terranno domani», ha detto Kuleba in un video postato sul suo account Facebook, secondo quanto riporta l'agenzia Tass. «Parlando francamente, io ho aspettative basse dai colloqui. Non vi ripongo nessuna grande aspettativa», ha aggiunto.
Chernobyl torna a far paura
La centrale di Chernobyl è «completamente ferma» a causa dell'offensiva russa. L'accusa arriva da Kiev, secondo i media internazionali, dopo che ieri l'Aiea aveva fatto sapere di aver «perso il contatto remoto di trasmissione dati con i sistemi di salvaguardia di Chernobyl». Le forze russe, secondo gli operatori della centrale, hanno scollegato l'impianto nucleare dalla rete. L'operatore nucleare ucraino Energoatom, l'azienda di Stato ucraina che si occupa della gestione delle quattro centrali nucleari sul territorio ucraino, afferma che Chernobyl è senza energia, impedendo potenzialmente il raffreddamento del combustibile nucleare esaurito, il che potrebbe portare al rilascio di sostanze radioattive. Ma l'Aiea smentisce questa eventualità. «Nessun impatto critico sulla sicurezza» dall'interruzione di corrente a Chernobyl. Secondo l'Aiea, considerando il tempo trascorso dall'incidente di Chernobyl del 1986, «il carico termico della vasca di stoccaggio del combustibile esaurito e il volume dell'acqua di raffreddamento sono sufficienti per garantire un'efficiente evacuazione del calore senza elettricità», spiega l'Aiea su Twitter.
La speranza dei Negoziati
Secondo la Russia sono stati fatti «alcuni progressi» nei negoziati con l'Ucraina. Lo rilevano fonti diplomatiche russe. La Russia non sta cercando di «rovesciare il governo» ucraino, sostengono fonti diplomatiche russe.
La Russia vuole tenere colloqui con l'Ucraina «il prima possibile, dipende dalla volontà di Kiev». Lo afferma il portavoce del Cremlino Peskov citato dalla Tass aggiungendo però che le Repubbliche di Donetsk e Lugansk sono «Stati sovrani e indipendenti» e che Kiev dovrebbe riconoscerli come tali. L'offerta dei jet polacchi all'Ucraina crea «uno scenario potenzialmente pericoloso», afferma il Cremlino. Il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, aveva lanciato intanto un appello ai Paesi occidentali perché «decidano al più presto» sull'invio a Kiev dei Mig-29 offerti dal governo polacco.