Nonostante il numero di minori che vive in zone colpite da conflitti sia quasi raddoppiato dal 1990 ad oggi e le gravi violazioni accertate contro i bambini si siano quasi triplicate dal 2010, l’insufficienza dei fondi stanziati per aumentare la protezione dei bambini negli interventi umanitari risulta essere allarmante.

Un nuovo studio realizzato da Save the Children, per conto della Alliance for Child Protection in Humanitarian Action e la Child Protection Area of Responsibility, sottolinea che in media solo lo 0,5% del totale dei finanziamenti umanitari è destinato alle attività di protezione dei minori.


Dalla ricerca emerge che, sebbene il finanziamento umanitario complessivo sia aumentato nell'ultimo decennio, compresi i finanziamenti assegnati agli interventi di protezione dei minori, il bisogno di interventi di protezione dei più vulnerabili è aumentato ancora di più.


In paesi come l'Afghanistan e la Repubblica Centrafricana, per esempio, nel 2018 è stato rispettivamente stanziato solo il 18% e il 25% dei fondi indispensabili per la protezione dei minori.


«L’esiguo finanziamento per questo settore indica una mancanza di consapevolezza e di riconoscimento del fatto che le attività di protezione dei minori nelle emergenze sono urgenti e salva-vita», afferma Michael Copland della Child Protection Area of Responsibility.

Lo studio evidenzia, inoltre, che i finanziamenti per la protezione dei minori sono estremamente limitati. La protezione dell'infanzia consiste in varie attività e le valutazioni dei costi variano a seconda delle regioni e del contesto locale ma si stima sia necessaria una media di 800 dollari per ciascun bambino.


Save the Children invita i donatori ad aumentare i fondi per la protezione dei minori
dallo 0,5% ad almeno il 4% del totale dei finanziamenti umanitari per iniziare a colmare questa lacuna, e chiede inoltre agli operatori umanitari di dare priorità alle attività di protezione dei minori nelle loro richieste di finanziamento e negli appelli umanitari.