L'operazione rientra nell'ambito del protocollo stilato dal Centro nazionale trapianti che consente di effettuare trapianti di organi salvavita provenienti da donatori deceduti positivi al coronavirus
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È stato eseguito in Sicilia il primo trapianto di fegato su una paziente già affetta da Coronavirus che ha ricevuto l'organo prelevato da un donatore Covid-19 positivo. Un intervento effettuato all'Ismett di Palermo, ma che ha visto la collaborazione attiva di tante aziende del Sistema sanitario siciliano, a partire dal Centro regionale trapianti e dall'equipe dell'ospedale San Marco di Catania, dove è stato eseguito il prelievo dell'organo.
Un intervento unico nel suo genere come sottolinea il presidente della Regione, Nello Musumeci, definendolo «un evento di rilievo etico e scientifico, che fa onore alla Sicilia». L'operazione rientra nell'ambito del protocollo stilato dal Centro nazionale trapianti (Cnt) - recepito anche dalla Sicilia - che consente di effettuare trapianti di organi salvavita provenienti da donatori deceduti positivi al Covid.
Secondo le linee guida, i pazienti devono essere in gravi condizioni cliniche, per le quali, a giudizio del team medico responsabile del trapianto, il rischio di morte o di evoluzione di gravi patologie connesso al mantenimento in lista di attesa rende accettabile quello conseguente all'eventuale trasmissione di patologia donatore-ricevente. La Sicilia è la prima regione d'Italia (insieme al Piemonte) ad avere recepito il Protocollo del Cnt.
«A essere sottoposta a trapianto - racconta il professore Salvatore Gruttadauria, direttore del dipartimento per la cura e lo studio delle patologie e dei trapianti addominali di Ismett - è stata una giovane paziente affetta da tumore primitivo del fegato, positiva al Coronavirus. La donna si era negativizzata e dopo 28 giorni dalla guarigione dell'infezione era stata riattivata in lista d'attesa per il trapianto di fegato». La paziente sta bene e in buone condizioni ed è stata dimessa ieri dopo essere risultata negativa al Covid 19 ai controlli post-trapianto stabiliti dal Protocollo.
«Poter accettare, a determinate condizioni, anche le donazioni di organi da pazienti deceduti con il Covid - spiega Massimo Cardillo, direttore del Centro nazionale trapianti - è un'opportunità molto importante, specialmente in un momento come questo in cui l'attività di prelievo e trapianto risente della forte pressione della pandemia sull'intero sistema sanitario. In questi giorni abbiamo effettuato cinque trapianti di questo tipo, stiamo monitorando tutti i decorsi e al momento non abbiamo riscontrato nessun caso di reinfezione». L'importanza scientifica dell'evento è molto rilevante in quanto apre la nuova prospettiva di utilizzare organi prelevati da donatori Covid positivi per pazienti selezionati in lista d'attesa. «Il mio primo pensiero e ringraziamento va alla famiglia della donatrice per la grande generosità - dichiara Giorgio Battaglia, coordinatore del Centro regionale trapianti - e poi alla grande competenza tecnica dei professionisti della Rete trapiantologica, a partire dal personale del Crt Sicilia».