Continua a estendersi la turbolenza in Medio Oriente dopo il 7 ottobre. Stamattina è partita la risposta di Islamabad ai razzi di Teheran di due giorni fa: il governo annuncia una dichiarazione in giornata
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Almeno quattro bambini e tre donne, secondo i media locali, sono rimasti uccisi in attacchi pakistani effettuati stamattina sulla città iraniana di Saravan, nella provincia sudorientale del Sistan e Baluchistan.
«Abbiamo condotto attacchi contro gruppi militanti anti-pakistani all'interno dell'Iran», ha confermato una fonte di intelligence di Islamabad aggiungendo che in giornata il governo pakistano rilascerà una dichiarazione in merito. Due giorni fa l'Iran aveva effettuato attacchi in territorio pakistano contro quelli che ha definito «obiettivi terroristici».
I raid di questa mattina sono stati «attacchi militari di precisione altamente coordinati e specificamente mirati contro i nascondigli dei terroristi», ha affermato il Ministero degli Affari esteri pakistano citato dai media locali. «L'azione di questa mattina è stata intrapresa alla luce di informazioni credibili riguardanti imminenti attività terroristiche su larga scala da parte dei cosiddetti Sarmachar», ha affermato il dicastero di Islamabad in un comunicato. «Un certo numero di terroristi è stato ucciso durante l'operazione d'intelligence denominata in codice “Marg Bar Sarmachar”», aggiunge la dichiarazione.
«L'incidente, avvenuto questa mattina alle 4:05, riguardava cittadini stranieri» provenienti dall'Afghanistan, ha detto il vicegovernatore generale della provincia, Alireza Mahhamati, citato dall'agenzia di stampa iraniana Irna.
Tensione alle stelle
L'intero Medio Oriente è ormai una polveriera: dopo Gaza, il Libano ed il Mar Rosso, il perimetro delle turbolenze continua ad estendersi.
L'Iran nello spazio di 24 ore ha prima lanciato attacchi in Siria e Iraq e poi si è spinto fino al Pakistan, a caccia di «terroristi» e «spie del Mossad». Provocando le proteste dei Paesi confinanti e la minaccia di ritorsioni.
L'iniziativa di Teheran è un'altra miccia innescata dal cosiddetto Asse della Resistenza, che dal 7 ottobre moltiplica focolai di crisi sfidando gli «apostati» sunniti amici dell'Occidente, lo Stato ebraico e gli Stati Uniti, e mettendo sempre più in crisi proprio la pax americana.
In questo fronte sciita in ebollizione l'Europa guarda con particolare preoccupazione agli Houthi in Yemen, per i danni prodotti al commercio marittimo dai loro raid ai mercantili. La risposta che si profila è una nuova missione militare dei 27, dedicata alla protezione delle navi civili.
Il raid iraniano in Pakistan è stato condotto martedì contro un «gruppo terrorista» che aveva «cercato di infiltrarsi sul nostro territorio per compiere sabotaggi», ha riferito il governo di Teheran. Il blitz, con droni e missili, ha preso di mira il quartier generale del Jaish al-Adl, movimento separatista sunnita del Baluchistan che darebbe ospitalità ai miliziani iraniani. La tensione è subito salita alle stelle perché Islamabad ha denunciato la morte di due bambini ed ha convocato il rappresentante diplomatico della Repubblica islamica per protestare contro «una violazione ingiustificata del suo spazio aereo». Annunciando poi di «riservarsi il diritto» di rispondere. I due governi si sono spesso accusati a vicenda di consentire ai combattenti ribelli di operare dal territorio dell'altro per lanciare attacchi, ma secondo alcuni analisti un'operazione oltreconfine di questa portata da parte dell'Iran non ha precedenti.